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Megalò 3: il comitato Via dice no. Il Wwf: "Scongiurata ennesima colata di cemento"

Il Comitato Valutazione Impatto Ambientale della Regione Abruzzo ha licenziato questa mattina con parere negativo il progetto "Pinti Carmen e altri ora Akka", meglio noto come "Megalò 3" tra i comuni di Chieti e Cepagatti

Il Comitato Valutazione Impatto Ambientale della Regione Abruzzo ha licenziato questa mattina con parere negativo il progetto “Pinti Carmen e altri ora Akka”, meglio noto come “Megalò 3”, per la realizzazione di 5 edifici.

Ne dà notizia per primo il Wwf, che assieme a Legambiente e al consigliere regionale Maurizio Acerbo, è stato ascoltato dal Comitato regionale. A quest'ultimo l'associazione ha illustrato il proprio punto di vista insistendo sul peggioramento della qualità dell’aria in una zona considerata da questo punto di vista “di risanamento” conseguente all’inevitabile aumento del traffico in località Megalò e contestando le affermazioni della ditta proponente che aveva parlato di un collegamento filoviario e di una stazione ferroviaria metropolitana che non esistono.

Nel corso della discussione il Wwf ha anche sollevato una questione di merito per il mancato coinvolgimento della Provincia di Pescara, benché parte dell’intervento ricada nel Comune di Cepagatti, contestando infine anche l’affermazione secondo la quale il movimento di terra con deposito di materiale registrato in zona, e che nel 2012 ha portato a un sequestro giudiziario dell’area, fosse giustificato al solo fine di “effettuare le caratterizzazioni”.

"E' stata scongiurata un’altra colata di cemento a ridosso del fiume Pescara" commenta il presidente della Sezione territoriale locale di Chieti Nicoletta Di Francesco "il Wwf plaude al giudizio negativo odierno e chiede che la Regione ripensi le sue scelte e che, in coerenza con quanto previsto nel proprio Statuto, tuteli il territorio anche attraverso scelte coraggiose contro progetti fortemente impattanti e in un’area delicata a ridosso del maggior fiume abruzzese per portata e ampiezza di bacino idrografico”.

Da tempo l'associazione ripete che è un errore grossolano continuare a costruire in area golenale e che le opere di difesa realizzate o previste non annullano il rischio, semai lo spostano altrove. "Non ha senso sostenere che è possibile costruire ancora 'perché tanto in quell’area già c’è Megalò'. Sarebbe invece più logico - si legge in una nota - studiare soluzioni non per nuovi insediamenti ma per delocalizzare l’attuale centro commerciale, peraltro costruito in assenza di parere di Valutazione di Impatto Ambientale in virtù di una legge regionale in contrasto con la normativa europea e nazionale, rimasta in vigore per pochi mesi".

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