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Cronaca Lanciano

Convegno "no gender", contromanifestazione a Lanciano per dire no all'omofobia

Nel giorno dell'evento patrocinato dall’arcidiocesi, il centro sociale autogestito Lab 61 Uallò Uallà chiama a raccolta associazioni, artisti e tutta “la Lanciano libera e antirazzista” per l'evento dal titolo "Stop omofobia, fate l'amore, non i convegni", al piazzale della stazione

Contromanifestazione nel giorno del convegno “No gender”, patrocinato dall’arcidiocesi, domani sera (venerdì 8 gennaio), dalle 22, a Lanciano. Dopo la presa di posizione della sezione provinciale di Arcigay e il tam tam partito su Facebook, sempre sul social network il centro sociale autogestito Lab 61 Uallò Uallà chiama a raccolta associazioni, artisti e tutta “la Lanciano libera e antirazzista” per l'evento dal titolo "Stop omofobia, fate l'amore, non i convegni". L’appuntamento è a Blanco quality street food, al piazzale della stazione. 

“Nessuna intenzione di alzare muri - promettono gli organizzatori - ma, al contrario, al solo scopo di aprire gli occhi rispetto ad una questione che troppo spesso viene trattata con superficialità e ignoranza. Gli stereotipi di genere - proseguono - sono credenze originate da una visione patriarcale, che ha socialmente determinato per gli uomini e le donne ruoli e comportamenti diversi. Riproporre gli stereotipi dell'educazione vuol dire attuare, anche inconsapevolmente, delle discriminazioni, impedire la libera espressione delle personalità dei bambini e delle bambine, non rispettando le loro specificità e le loro differenze”.

Le adesioni sono ancora aperte, ma vi parteciperanno i Management del dolore post operatorio, che già sulla loro pagina Facebook si erano espressi contro il convegno “No gender” e diversi gruppi locali e abruzzesi, oltre ad associazioni dell’intero territorio. 

E dopo l’Arcigay, nei giorni scorsi anche il comitato lancianese della Croce Rossa è intervenuto contro il convegno sulla promozione della famiglia “naturale”. 

“Il delegato tecnico d’Area 4 del Comitato locale di Lanciano per la disseminazione del diritto internazionale umanitario, dei principi fondamentali e dei valori umanitari, nella persona dell’avvocato Andrea Cerrone ed il delegato tecnico d’Area 5 del Comitato locale di Lanciano per la promozione dello sviluppo dei giovani e l’educazione alla cittadinanza attiva, nella persona del dottor Luca Iezzi deplorano la comparsa, per le vie della Città di Lanciano, di un manifesto oltraggioso della dignità dell’essere umano. La composizione grafica di tale manifesto, disegnato incredibilmente con lo stemma araldico dell’Arcivescovo di Lanciano-Ortona, ingenera confusione ed alimenta la discriminazione nei confronti delle persone transessuali ed omosessuali”, si legge. 

E ancora: “Compito della Croce Rossa non vuole essere quello di intervenire nel dibattito politico sul riconoscimento giuridico dei diritti delle coppie omosessuali, sul quale peraltro si è recentemente pronunciata la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, bensì fare chiarezza per evitare che una fetta di popolazione subisca i soprusi di chi prende in prestito dottrine religiose per promuovere l’esclusione sociale delle persone omosessuali o transessuali. Con la nota risoluzione antiomofobia del Parlamento europeo del 2006 si è correttamente sottolineato ‘che l'omofobia si manifesta nella sfera pubblica e privata sotto forme diverse ... spesso giustificate con motivi di ordine pubblico, libertà religiosa e diritto all'obiezione di coscienza’. 

Nel manifesto dell’Arcidiocesi campeggiano varie ‘frasi ad effetto’ ricomposte in un puzzle di “maschio e femmina”, “niente di diverso”, con articolazioni grafiche raffazzonate e recuperate, verosimilmente, da siti per vacanze estive, peraltro con esplicito rimando ad una pagina Facebook dal titolo eloquente: “Maschio e femmina sì, gender no. Comitato di Lanciano”, che certo non aiuta a far chiarezza sulla non discriminazione. 

Prima di esprimere qualunque idea, ideologia o fede, su certi temi, bisognerebbe che si facciano lunghe premesse sui concetti di non discriminazione e di ripudio della violenza e del bullismo, poiché il quindicenne che s’imbatte nel manifesto “maschio e femmina sì, gender no” non troverà grosse barriere quando, tra i banchi di scuola, dileggerà il compagno di classe incolpevolmente (ci fosse alcunché di male!) effeminato. 

I delegati delle Aree 4 e 5, dunque, condannano fermamente l’ambiguità ingenerata da quel manifesto più che inopportuno, che non può essere confuso con legittime idee od opinioni politiche liberamente espresse. Non può farsi confusione sull’omofobia e sul bullismo”.

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