Honda in crisi: la Rsa chiede l'intervento di Passera
In 4 anni la produzione è passata da circa 180.000 moto e scooter a 67.100. Da settembre i motori dell'SH 125 e 150 non saranno più prodotti ad Atessa, ma in Vietnam
La Honda Italia di Atessa è in crisi. La Rsu, in rappresentanza di 647 dipendenti e 60 somministrati, ha chiesto ai segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil e di Fiom, Fim e Uilm un intervento per ottenere un tavolo con la presenza del Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera e la proprietà giapponese.
Preoccupante il calo della produzione. In quattro anni la produzione è passata da circa 180.000 moto e scooter a 67.100, da 800.000 motori power a 305.000. Da settembre i motori dell'SH 125 e 150 non saranno più prodotti ad Atessa, ma in Vietnam.
"Bisogna intervenire sulla casa madre giapponese per portare nuovo lavoro in Val di Sangro ed evitare di aprire un'altra crisi - dice la rsu - Dopo diverse procedure di mobilità e per il quarto anno consecutivo, nel periodo di alta stagione produttiva, gennaio-luglio, siamo costretti a fare cassa integrazione".
Diversi gli accordi sindacali conseguiti in 40 anni di attività per garantire l'occupazione e un futuro ai circa 2.200 dipendenti della Honda. "Il presidente di Honda Italia Mr. Oyama - proseguono - ci ha comunicato che ci sono 13 nuovi modelli da allocare nelle fabbriche più idonee, ma alla Honda arriveranno i PCX 125/150 e il Vision 50 solo per essere assemblati, con volumi insignificanti per la capacità tecnologica e produttiva del nostro stabilimento".
Il rischio è che lo stabilimento in provincia di Chieti diventi un'azienda di assemblaggio senza nessun modello importante per il mercato mondiale se non interverrà la proprietà giapponese.