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Cronaca

Chiese chiuse a Chieti: si offrono i sacerdoti sposati

Dopo aver letto la notizia della chiusura di alcune chiese in città, l'associazione di don Serrone sceglie ChietiToday per lanciare un appello a monsignor Forte: "Prenda a cuore la causa dei sacerdoti sposati e del loro reinserimento nel ministero pastorale attivo nelle parrocchie"

Per far fronte alla chiusura delle chiese e alla moria di preti a Chieti si offrono i sacerdoti lavoratori sposati.

L’associazione che include e supporta i sacerdoti che sono stati sollevati dagli incarichi pastorali e che hanno scelto il matrimonio religioso, dopo aver appreso la notizia della chiusura di alcune chiese in città, rilancia anche all'arcivescovo di Chieti-Vasto monsignor Bruno Forte la proposta di collaborare per la gestione delle chiese chiuse con canonica.

“Monsignor Forte – spiegano - potrebbe prendere a cuore la causa dei sacerdoti sposati e del loro reinserimento nel ministero pastorale attivo nelle parrocchie perorando presso Papa Francesco e i vertici del Vaticano un provvedimento canonico che consenta ai Vescovi diocesani di poter accogliere i sacerdoti sposati e le loro famiglie”.

Questi ultimi infatti, non vedono l’ora di poter tornare a celebrare la Messa nelle parrocchie e supplirebbero così anche alla ormai cronica carenza di vocazioni. "I sacerdoti sposati con regolare percorso canonico di dispensa dagli obblighi del celibato e matrimonio religioso sono una risorsa per la Chiesa- continuano - la Chiesa che Monsignor Forte recentemente, nella lettera pastorale sulla Chiesa, comunità educante, per l'anno 2013-2014, aveva tratteggiato come: la Chiesa dell’amore, di cui sono chiamati a essere segno umile e profetico i consacrati, dono prezioso per tutta la comunità”.

CHI SONO I SACERDOTI LAVORATORI SPOSATI – L’associazione nasce nel 2003 da don Giuseppe Serrone  per i sacerdoti  religiosi e religiose che hanno scelto o sono orientati a scegliere il matrimonio. Fanno parte dell’associazione sacerdoti sposati che hanno fatto richiesta di dimissioni dagli incarichi pastorali e dopo l'accettazione della dimissione, hanno formato una famiglia con la dispensa dagli obblighi del celibato sacerdotale e la regolarizzazione del matrimonio religioso.Sono impegnati per una riforma della Chiesa e per un Cristianesimo meno tradizionalista e aperto al futuro. Hanno anche un sito internet e un blog e sono alla ricerca di sedi per aprire nuove sezioni in varie città italiane. Al momento infatti, i gruppi principali sono solo a Roma, Milano e Torino.

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