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Domenica, 28 Aprile 2024
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Trovarelli (Bonifica sostenibile) all'attacco: "Il consorzio è diventato un giocattolo nelle mani della politica"

Il presidente del comitato ha organizzato un incontro oggi 31 agosto (ore 18) all'Hotel Iacone per discutere dei disservizi del Consorzio di bonifica

"La prima idea di rinnovamento dei consorzi è stata avviata negli anni 1997/1998, ma dopo un primo periodo di gestione autonoma, il consorzio di bonifica è diventato un giocattolo nelle mani della politica che ha preso il sopravvento ed è stato utilizzato come fabbrica di poltrone e posti di lavoro in barba al merito e alle competenze, lontani dai compiti istituzionali che a loro compete, questo è il risultato".

A dirlo è Il presidente del comitato Bonifica sostenibile che ha organizzato un incontro oggi 31 agosto (ore 18) all'Hotel Iacone per discutere dei disservizi del Consorzio di bonifica.

"Parlare di irrigazione - spiega Trovarelli - dovrebbe essere pane quotidiano per chi amministra un consorzio di bonifica, questo è quello che pensavo prima di interessarmi alle problematiche del consorzio bonifica centro, dopo oltre un anno di studi, ricerche e indagini posso affermare con assoluta certezza che mi sbagliavo. Per affrontare le problematiche dell’ente non possiamo non iniziare parlando della sentenza 188/2018 della Corte Costituzionale, risultato di anni di lotte che agricoltori e utenti degli altri consorzi d’Italia hanno portato avanti per non più subire la gestione padronale di questi enti, purtroppo in Abruzzo non ci siam fatti ne’ sentire ne’ vedere e oggi siamo a pagare per una ultra decennale gestione fallimentare dell’ente.

La sentenza ha chiarito in maniera inequivocabile che per essere assoggettabile al contributo non è sufficiente per un fondo trovarsi all’interno del comprensorio ma deve essere disponibile il servizio e il fondo stesso deve avere i requisiti per utilizzarlo, argomento completamente ignorato dai responsabili del consorzio bonifica centro, perché semplici esecutori di ordini dalla classe politica o incompetenza?".

Il presidente del comitato spiega che "in altre regioni come Emilia-Romagna, Lombardia e tante altre la classe politica ha chiarito, nei decreti attuativi di quanto indicato dalla conferenza stato regioni sui consorzi di bonifica, i paletti ai quali i consorzi di bonifica regionali dovevano attenersi per la loro riorganizzazione, parliamo di anni 2007/2008 quindi anche in anticipo rispetto alla sentenza del 2018, il pagamento del contributo irriguo può essere imposto solo per i terreni pianeggianti. Nella  classificazione dei terreni agricoli si intende per pianeggiante quel terreno che non supera il 5 per cento di pendenza, vogliamo dire che nel caso specifico potrebbe essere il 10 per cento ma questi richiedono il contributo anche per fondi con pendenze superiori al 20 per cento, del resto i testi che parlano di tecniche irrigue chiariscono anche il perché il terreno deve essere pressoché pianeggiante.

Il nostro piano di classifica è esemplare nella sua stesura e risponderebbe in maniera chiara alla sentenza se non fosse carente di informazioni per gli utenti che se informati potrebbero autocertificare i fondi assoggettabili, molto probabilmente proprio per impedirlo, e che alla fine, con il benestare e l’approvazione del governo regionale inseriscono una norma transitoria che di fatto invalida tutto il lavoro, praticamente fanno pagare l’acqua anche a chi non ne consuma affatto.

Non posso credere che sia regolare una norma transitoria senza scadenza che di fatto viene inserita per non rispettare una legge dello stato, penso che sia nostro dovere e lo faremo, approfondire la questione ed attivare eventuali azioni di tutela.

Almeno in un punto abbiamo la forza per agire, il territorio irriguo del consorzio è determinato tra irrigabili a pioggia e a scorrimento,  pertanto per quelli non idonei a ricevere questo servizio possiamo agire nelle sedi opportune per far valere i nostri diritti.La questione molto più grave è che nessuno è in grado di capire cosa fanno e come gestiscono i nostri soldi.

Una mia proposta, che spero possa essere condivisa e attuata dalla maggioranza dei consorziati, è quella di non pagare le cartelle che stanno arrivando, attendere la cartella dell’agenzia delle entrate e impugnarla nei tribunali tributari, nel merito ci impegneremo a dare tutte le informazioni sugli eventuali maggiori costi che questo potrebbe comportare ma che non darebbe immediata liquidità all’ente per operare. Per concludere una domanda vorrei farla al direttore generale del consorzio, non al commissario appena nominato che ha la sola responsabilità di non averlo mandato immediatamente a casa per tutti i danni arrecati al consorzio e ai consorziati nell’ultimo decennio, l’agricoltore che semina un ettaro a frumento e non consuma un litro d’acqua dove dovrebbe prendere i 270 euro da dare al consorzio?".

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