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Sabato, 27 Aprile 2024
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"Giù le mani da spiagge libere e riserve costiere": Soa e Lipu bocciano la proposta dei balneari

Tra le aree da 'sacrificare' la Marina di Vasto. L'annuncio: "Ci batteremo in ogni sede affinché non si usino queste aree per il rilascio di nuove concessioni"

"Giù le mani da spiagge libere e riserve costiere, basta aggredire la biodiversità": la Stazione ornitologica abruzzese e la Lipu bocciano senza appello la proposta avanzata da alcune associazioni dei balneari volta ad evitare le gare e realizzare stabilimenti balneari nelle spiagge libere e persino nelle aree protette costiere come il Borsacchio, Cerrano e marina di Vasto.

"La biodiversità costiera - fa presente Massimo Pellegrini, naturalista e presidente della Soa - ha già subito pesantissimi danni dall'occupazione quasi ininterrotta del litorale per costruirci stabilimenti di ogni grandezza, sorti spianando dune con habitat e piante ormai rarissimi. Ci sono specie un tempo ampiamente diffuse, come il Vilucchio delle spiagge o la Camomilla delle spiagge, ormai presenti in pochissime località, spesso con radi individui. Tra gli uccelli il fratino non nidifica più in diversi comuni proprio per la totale alterazione e antropizzazione delle spiagge mentre dovremmo favorire i tentativi in atto di ricolonizzazione della tartaruga marina".

Secondo l'Istituto per la protezione e ricerca ambientale la biodiversità delle spiagge è quella che ha maggiormente sofferto in Italia per la destinazione del litorale a forme di turismo del tutto insostenibili che hanno comportato la trasformazione delle spiagge in veri e propri deserti biologici.

Stefano Allavena, coordinatore abruzzese della Lipu, ricorda che "le poche spiagge libere rimaste sono spesso l'unico luogo dove alcune specie sopravvivono in interi comuni, mentre le aree protette costiere come Cerrano, il Borsacchio e Marina di Vasto oppure, a mero titolo di esempio, zone come i biotopi di San Salvo e Martinsicuro e il sito di interesse comunitario proposto per il tratto del Foro a Ortona, sono gli ultimi tratti che presentano un minimo di naturalità in un paesaggio altrimenti cementificato".

"Ci batteremo in ogni sede - assicurano Soa e Lipu - affinché non si usino queste aree per il rilascio di nuove concessioni. Anzi, le gare devono essere l'occasione per rinaturalizzare alcuni tratti di litorale oggi occupati dalle strutture balneari facendo ricolonizzare questi siti da piante e animali. Le dune difendono molto meglio il litorale dall'erosione e costituiscono un sicuro richiamo per un turismo più rispettoso dei valori ambientali".

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