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Smantellato l'ecomostro sulla Maielletta, Eugenio 'Tetè' Di Francesco: "Una battaglia iniziata 17 anni fa"

Il traliccio porta-antenne di 40 metri innalzato nel 2005 perché ritenuto opera necessaria alla difesa nazionale e poi finito al centro di un contenzioso fra Parco nazionale della Maiella e guardia di finanza

“Avevo consegnato una denuncia 17 anni fa e finalmente la struttura è stata abbattuta. Sono contento perchè posso dire di aver lasciato qualcosa di importante per la mia amata montagna".

Esulta Eugenio Di Francesco, 74 anni, per tutti “Tetè sport” dal nome dei negozi di attrezzature sportive che gestisce a Chieti e Passolanciano, alla notizia della "sparizione" sulla Maielletta dell'ecomostro tra il Rifugio Pomilio e il Blockhaus: un traliccio porta-antenne di 40 metri innalzato nel 2005 perché ritenuto opera necessaria alla difesa nazionale e poi finito al centro di un contenzioso fra Parco nazionale della Maiella e guardia di finanza.

Dopo un accurato intervento di demolizione, nell'area, a 1995 metri di quota, sono state messe a dimora piantine di pino mugo provenienti dal Vivaio delle Piante Autoctone del Parco ed è stata ultimata la semina di fiorume raccolto in loco.

La postazione ripetitrice in ponte radio - il traliccio metallico e una struttura in cemento armato alta 7,5 metri con superficie di 49,6 mq, era stata realizzata nel territorio di Pennapiedimonte  nonostante il diniego dell'Ente Parco in quanto l'area è in zona A di Riserva integrale del Piano del Parco, all'interno di zona di protezione speciale e del Sic "Maiella".

"Purtroppo nell'area - hanno riferito all'Ansa il presidente e il direttore del Parco, Lucio Zazzara e Luciano Di Martino - rimane il groviglio e la selva di antenne a cui l'Ente da anni tenta di trovare una proposta di razionalizzazione con le amministrazioni locali su cui ricadono gli affitti delle installazioni tecnologiche".

A commissionarla era stata la guardia di finanza  reparto tecnico logistico amministrativo Abruzzo con sede all'Aquila. I lavori per realizzare l'opera sono stati oggetto nel 2004 di ordinanza di sospensione emessa dal Parco, ritenuta legittima dal Consiglio di Stato, sentenza cui hanno fatto seguito una circolare del ministero dell'Ambiente nel 2006, che ribadisce la necessaria sottoposizione al potere autorizzativo degli Enti parco, e una sentenza del Tar Abruzzo del 2007 che nega la revoca dell'ordinanza di sospensione lavori. Nel 2015 il Parco fornì indicazioni operative per la demolizione. A inizio 2019 il Reparto Tecnico Logistico Amministrativo Abruzzo della Finanza presentò un'ipotesi di riqualificazione; il Parco promosse incontri con le amministrazioni locali, ma non si arrivò a un accordo. Con provvedimento dell'Ente del luglio scorso sono stati rilasciati nulla osta e parere sulla Valutazione di incidenza al progetto per la demolizione.

"Sono stato colpito subito dalla situazione - spiega Eugenio Di Francesco, decano dei maestri di sci (dal 1976) e snowboard, - e ho sentito il dovere di denunciarla. Pur non trovando appoggio da parte di enti e associazioni ho avuto la fortuna di trovare un avvocato ambientalista, Gabriello Vigliotti di Pescara, che si è impegnato in prima persona per portare avanti questa battaglia. Ci sono voluti ben 17 anni, che non sono certo pochi, ma il risultato è una grande vittoria, una sentenza che sancisce una volta per tutte come in un posto come il Blockhaus non è possibile costruire illegalmente”.

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