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Roccamontepiano: Antonio Volpe compie 100 anni, il ricordo della guerra e la casa di terra donata al paese

A festeggiare Antonio oltre ai famigliari, i nipoti e tanti amici era presente l'amministrazione comunale con il primo cittadino Dario Marinelli, la parrocchia di Santa Maria de Lapide guidata da Padre Giulio e Padre Jojo

I cento anni di Antonio Volpe non sono solo un traguardo da festeggiare, ma un'intera storia da raccontare, in quanto "Zí Tonino", come viene  chiamato amichevolmente in paese, è perfettamente lucido e testimone di un intero secolo di vita.

Una terza cifra numerica raggiunta il 14 dicembre, attorniato dai tre figli maschi Luigi, Aldo ed Ennio, quest'ultimo tornato dall'Australia per l'occasione. Un lungo percorso fatto di lavoro, sacrificio, dedizione, onestà, amarezze e sorrisi condivisi con la moglie Lucia venuta meno qualche anno fa.

A festeggiare Antonio oltre ai famigliari, i nipoti e tanti amici era presente l'amministrazione comunale con il primo cittadino Dario Marinelli, la parrocchia di Santa Maria de Lapide guidata da Padre Giulio e Padre Jojo.

I suoi ricordi sono così diventati nel tempo quelli di tutti: storie raccontate anche ai microfoni di "testimonianze storiche" davanti la casa di terra cruda di famiglia che lui e i figli hanno voluto concedere all'uso collettivo. La sua casetta di terra è stata così recuperata per volontà del Comune all'interno di un progetto di valorizzazione dell'architettura rurale che ha lo scopo di renderla un luogo di visita e di accoglienza turistica, oltre che di socialità per i roccolani. 

Antonio Volpe 100 anni e la casa di terra cruda

Tonino rende partecipi a chi ha avuto la possibilità di fargli una visita di cosa è stata e di cosa é la guerra, riuscendo a descrivere il peso e la tristezza dell'emigrazione di ieri, ma anche quella dei giorni nostri: insegna cosa significa lavorare la terra con fatica, ma anche quanta gioia essa  riserva quando si raccolgono i frutti di tanta dedizione.

Il nuovo centenario di Roccamontepiano ha vissuto le vicende del secondo conflitto mondiale da militare di leva. Catturato a 20 anni, dopo l'armistizio dell'08 settembre 1943, fu condotto prigioniero in Germania dove ha lavorato in una fabbrica di munizioni. Nell'aprile del 1945 finisce nelle mani dei russi e percorre a piedi circa 10/15 km fino ad arrivare in un piccolo villaggio di contadini  (ma quasi disabitato) nei pressi del quale scorreva un fiume. Antonio ricorda di averlo attraversato qualche volta in compagnia di altri prigionieri, spinti dalla fame. Verso la fine del 1945 finalmente può tornare verso casa muovendosi fin dove era possibile con i treni ancora funzionanti; a Merano si fermano qualche giorno e possono lavarsi. Impiegano 27 giorni per arrivare a Chieti. Si sposa il 19 maggio del 1949 ma anche lui, come tanti deciso o di andare a lavorare all'estero per qualche anno per poi fare ritorno in paese.

È un giorno di vera festa per tutti e a Tonino è stata donata una targa in ceramica artistica che esporrà a casa e domenica prossima, 18 dicembre, continueranno i festeggiamenti di questo nonno roccolano che è il più longevo della comunità, insieme a Domenica Lanuti che tra pochi giorni spegnerà le 103 candeline.

Antonio Volpe (6)

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