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Dieci morti sul lavoro dall'inizio del 2022: l'Abruzzo è in "fascia gialla"

I dati sono stati diffusi dall'osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre. In provincia di Chieti si registrano due decessi nei primi nove mesi dell'anno

Sono 790 i lavoratori che, da gennaio a settembre 2022, hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese, con una media di 88 vittime al mese (erano 85 fino ad agosto 2022). Una media tragica che, oltre ad aumentare rispetto al mese precedente, sottende oltre 20 decessi alla settimana e circa tre infortuni mortali al giorno. I dati sono stati diffusi dall'osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega Engineering di Mestre, attraverso il presidente Mauro Rosato.

Sono 574 gli infortuni mortali verificatisi in occasione di lavoro e 216 in itinere. Lo scorso anno i decessi totali erano 910, quindi, apparentemente si osserva un decremento della mortalità (-13%). Ma quest’anno sono quasi sparite le vittime Covid (14 su 677 secondo gli ultimi dati disponibili di fine agosto 2022) che, invece, lo scorso anno costituivano tragicamente più di un terzo dei decessi sul lavoro (271 su 772). E questo significa solo una cosa: passata l’emergenza pandemica, rimane quella dell’insicurezza sul lavoro.

“L’obiettivo delle nostre elaborazioni è come sempre quello di diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro – dice Mauro Rossato - per indurre tutti coloro che si occupano di tutelare la salute dei lavoratori a riflettere e a rispondere quanto prima in modo efficace a questa strage. E il nostro invito alla riflessione si inserisce perfettamente in questa che è la Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, organizzata da Eu-Osha (ovvero l'agenzia d'informazione dell'Unione europea nel campo della sicurezza e della salute sul lavoro)”.

Le campagne di sensibilizzazione a livello europeo e nazionale, però, non possono fare nulla per il dramma italiano che si legge chiaramente nelle denunce totali di infortuni cresciute del 35% rispetto al 2021, arrivando a quota 536.002; con il settore della Sanità sempre in testa alla graduatoria degli infortuni in occasione di lavoro (69.874 denunce); seguono: attività manifatturiere e trasporti.

Sulla base dell’incidenza degli infortuni mortali, l’osservatorio elabora mensilmente la zonizzazione del rischio di morte per i lavoratori del nostro Paese che viene così descritto – alla stregua della pandemia – dividendo l’Italia a colori. A finire in zona rossa alla fine dei primi nove mesi del 2022, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale sono: Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Calabria e Umbria. In zona arancione: Basilicata, Sicilia, Puglia, Molise, Campania, Toscana, Marche e Piemonte. In zona gialla, cioè sotto la media nazionale: Veneto, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Abruzzo e Sardegna. In zona bianca, ossia la zona in cui l’incidenza delle morti sul lavoro è la più bassa: Liguria e Friuli Venezia Giulia.

A guidare la classifica del maggior numero di vittime in occasione di lavoro è la Lombardia (93). Seguono: Lazio (53), Veneto (52), Campania e Piemonte (46), Emilia Romagna (44), Toscana (43), Sicilia (41), Puglia (37), Trentino Alto Adige (25), Calabria (18), Marche (17), Umbria (12), Sardegna (11), Abruzzo (10), Liguria (9), Valle D’Aosta e Basilicata (6), Molise (3) e Friuli Venezia Giulia (2).

A livello provinciale, la provincia di Chieti registra due decessi dall'inizio del 2022.

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