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Megalò 3, spunta un commissario ad acta per la convenzione urbanistica

Lo ha nominato il Tar. Lo scorso luglio il Comune di Chieti aveva ribadito in consiglio il no a un nuovo insediamento a ridosso del fiume Pescara. Il Wwf: "Essenziale il ripristino dei luoghi modificati da un riporto di terra"

Il Tar ha nominato un commissario ad acta per la stipula della convenzione urbanistica con Akka-Megalò 3 per consentire l’avvio dei lavori di realizzazione dell’intervento edilizio nella zona di Santa Filomena

Sul progetto il Comune di Chieti si era già espresso a luglio con una delibera di consiglio la quale, dopo aver esaminato la vicenda considerandone via via i profili urbanistici, ambientale e giudiziario, bocciava l’insediamento vicino al fiume Pescara: un’area già interessata da una inchiesta giudiziaria e sulla quale è pendente un ordine di rimessa in pristino dei luoghi, a carico delle ditte interessate in cui si chiede, in sostanza, di rimuovere la terra di riporto a suo tempo accumulata non lontano dal fiume.  

Sulla questione oggi il Wwf Chieti-Pescara torna a sottolineare come sia essenziale il ripristino dei luoghi modificati da un riporto di terra  così come evitare “una ennesima colata di cemento in un’area nella quale dovrebbe essere proibita qualsiasi costruzione come ci ricordano continuamente i drammatici eventi che si ripetono con crescente frequenza in Italia, ultimo in ordine di tempo la frana di Casamicciola sull’isola d’Ischia” .

Intanto il commissario nominato dal Tar si è già insediato e ha preso atto dell’esistenza della delibera del Comune, pubblicata soltanto in questi giorni. 

“Il problema - commenta la presidente del Wwf Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco – è sempre lo stesso: con i cambiamenti climatici in atto scelte urbanistiche già sbagliate in passato, come costruire a ridosso del fiumi o in aree a rischio idrogeologico, sono diventate ancora più pericolose. Gli enti locali possono e devono fermare progetti inadeguati come ha ben fatto il Comune di Chieti”.  

Per quanto riguarda il progetto in esame, come evidenzia l’avvocato Francesco Paolo Febbo, componente del direttivo del Wwf, “c’è stata una violazione, con un deposito di terra che ha modificato l’orografia di un sito estremamente delicato in quanto accanto a un fiume, per cui c’è ben poco da discutere. Preciso inoltre che l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha ritenuto che in ogni caso il Comune conserva il potere in ordine all’emanazione dei propri atti e quindi l’attività del commissario può essere annullata con una semplice comunicazione al Tar, che l’amministrazione di Chieti è tenuta a fare con la massima rapidità possibile. Tutto ciò anche per evitare che costi ormai sostanzialmente inutili e onerosi vadano a gravare sulla collettività”. 
 

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