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Pasqua e Pasquetta senza arrosticini? L'allarme va ridimensionato, ma c'è carenza della materia prima

Di Domenico, presidente della sezione Agroalimentare di Confindustria Chieti Pescara, invita a un "rilancio della pecora abruzzese ma da parte di tutti gli attori deve esserci un atteggiamento lungimirante e costruttivo"

C'è davvero un'emergenza arrosticini in vista di Pasqua e Pasquetta? È l'allarme lanciato nei giorni scorsi da più fronti, secondo cui, a causa di un calo della produzione, braci e "canaline" degli abruzzesi la prossima settimana avranno ben poco da cucinare. 

Ma è davvero così? Secondo Roberto Di Domenico, presidente della sezione Agroalimentare di Confindustria Chieti Pescara e titolare dell'azienda Spiedi', leader del settore e precursore del lancio degli arrosticini nella grande distribuzione nazionale, l'allarme va ridimensionato, benché ci sia in effetti una carenza della materia prima.

"Posso assicurare che Spiedi' ha fatto fronte all'impennata  della richiesta dovuta alle feste pasquali - dice l'imprenditore - Ci siamo mossi per tempo, come avvenuto negli altri anni, in modo da non deludere i clienti. Ci siano attivati diversi mesi fa con gli allevatori nostri partner sia italiani che della comunità europea. Tutto sta filando liscio. Abbiamo programmato di macellare, nel corso dei primi 15 giorni di aprile, circa 5mila pecore, di cui 3mila provenienti dai nostri partner in Germania e Spagna e 2mila dai partner italiani, sempre  scelti e  selezionati con le caratteristiche richieste dai nostri capitolati per la produzione degli Arrosticini certificati e degli Arrosticini d'Abruzzo, i nostri brand. Questa nostra attività ha comportato un costo maggiore per l’azienda, ma lo abbiamo affrontato volentieri per garantire le richieste di tutti i nostri clienti. L'arrosticino è un autentico successo abruzzese e ne siamo fieri", continua Di Domenico.

"Per carità, non voglio essere frainteso né negare la carenza generalizzata della materia prima nella nostra regione - puntualizza l'imprenditore - che anni fa, in Confindustria Chieti Pescara abbiamo cercato di fronteggiare lanciando il progetto Autoctonie in Terre d'Abruzzo. Mi preme precisare che, a un certo punto, ognuno si muove come ritiene opportuno per massimizzare il risultato della propria attività. Discorsi più ampi per il rilancio della pecora abruzzese se ne possono fare, anzi dobbiamo farne, ma da parte di tutti gli attori deve esserci un atteggiamento lungimirante e costruttivo".

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