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Gli Achilliani festeggiano i 3.204 anni dell'antica Teate con rievocazioni storiche e un brindisi

C'è l'intenzione di inviare una richiesta ufficiale al ministro della Cultura Sangiuliano perché si avviino ricerche del busto in “marmo finissimo”, trafugato dal D. Diego d’Alarcone e Mendoza per ordine del Duca d’Alcalà, viceré spagnolo, nel 1559 da piazza Grande (oggi San Giustino) e trasferito a Siviglia nel Museo dell’Alcalà

La città di Chieti compie quest'anno 3.204 anni. Una ricorrenza importante, che il Club degli Achilliani si appresta a festeggiare con diverse iniziative. L'organizzazione si è costituita ufficialmente al ristorante Taverna Teate, decretando come presidente Maurizio Formichetti; alla serata fondativa ha partecipato anche il sindaco Diego Ferrara, che ha portato il saluto della città. 

E proprio in quella sede è stato concordato il programma degli eventi che ricorderanno il mito della fondazione di Teate. 

Secondo le cronache (vedi Girolamo Nicolino, “Historia della Città di Chieti”, Napoli, Eredi di Honofrio Sauio, MDCLVII; ristampa: Bologna, Forni editore, 1979, pp.1-5), l’11 maggio 1181 a.C., il mitico eroe Achille, a capo dei suoi soldati Mirmidoni scampati alla decennale guerra di Troia, salito sul colle, gettò le basi di una nuova città con la costruzione di un tempio dedicato alla madre Teti, divinità marina, sposa di Peleo. Dal nome della madre, chiamò quella città Teate, poi diventata Chieti attraverso varie trasformazioni nel corso dei secoli.

Ma già Fazio degli Uberti (Pisa, 1305 o 1309 – Verona, post 1367), nel suo “Dittamondo” aveva citato la città col nome di “Thietta”; “Vidi Thietta dove già fu il seggio/ de la madre d’Achille, e solo questo/ per testimon di quel paese chieggio”. Una fonte letteraria che attesta come il mito di fondazione di Achille esistesse come fatto culturale già prima dello storico Nicolino, che se ne è fatto nuovo paladino, indicando anche una mitica data, venuta poi a coincidere, per una serie di altre circostanze, con la festa patronale di San Giustino, non meno mitico e leggendario.

E quest'anno, proprio giovedì 11 maggio, è in programma un corteo con i personaggi Achille, Teti e altre figure storiche cittadine, curato da Anna Lucia Tacconelli di Teate Nostra che confluirà, alle ore 10.30, al suono di chiarine in larghetto Achille, già largo Mercatello, dove al n. 53 di corso Marrucino è stata installata un’opera scultorea di Tonino Santeusanio di Crecchio, che su marmo ha inciso la testa dell’eroe dell’Iliade omerica, traccia finalmente anche visiva del mitico fondante, in attesa di poter collocare un busto in bronzo, sempre opera di Santeusanio, accanto al Nettuno col tridente che domina il laghetto della villa comunale.

Alle ore 12, è previsto il Brindisi Achilliano con i vini di Cantina Orsogna della nuova produzione “Sott’a la capanna”. Alla cerimonia in larghetto Achille (lungo Corso Marrucino n.53), ospite il sindaco di Chieti Diego Ferrara, sono previsti interventi di Massimo Pasqualone, Maurizio Formichetti, Ugo Iezzi, Mariolina Malara, Donato Fioriti, Annamaria Acunzo, Mario D’Alessandro, Gianfranco Tartaglia alias Passepartout, Nestore Del Boccio, Ugo Ardini, Valerio Cesarini. È prevista la partecipazione straordinaria di ‘Nduccio

Gli Achilliani, a conclusione della manifestazione di compleanno della città, annunceranno ufficialmente che invieranno una richiesta ufficiale al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e per conoscenza alla Sovrintendenza archeologia e beni culturali e paesaggistici di Chieti-Pescara, perché si avviino ricerche del busto in “marmo finissimo”, trafugato dal D. Diego d’Alarcone e Mendoza per ordine del Duca d’Alcalà, viceré spagnolo, nel 1559 da piazza Grande (oggi San Giustino) e trasferito a Siviglia nel Museo dell’Alcalà. Una lettera per richiedere notizie del busto è stata inviata dal club degli Achilliani anche al direttore del museo di Siviglia. Altre iniziative sono previste per riuscire a recuperare anche la statua in bronzo di Achille a cavallo (opera dello scultore calabrese Umberto Diano, 1887-1977), rubata dai “soliti ignoti” (si ignora l’esito delle indagini), nei giorni 1-2 maggio 2017 dal cortile del municipio, nel corso dei lavori di consolidamento antisismico e ristrutturazione, dell’edificio reso inagibile dal terremoto del 6 aprile 2009 dell’Aquila.

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