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Sabato, 27 Aprile 2024
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A Chieti partono i lavori sociali per i detenuti: intesa tra Comune e carcere

L’accordo ha come obiettivo la nascita di una rete per l’inclusione dei soggetti fragili

Al via la costituzione della rete per l’inclusione sociale delle persone con fragilità sottoposte ad esecuzione penale della città di Chieti. Ieri la presentazione, con la maggior parte dei soggetti in cordata con il Comune e diversi enti.

Erano presenti il sindaco Diego Ferrara, l’assessore alle Politiche Sociali Mara Maretti, il Garante regionale per i detenuti Giammarco Cifaldi, il direttore della Casa Circondariale di Chieti Franco Pettinelli e, ancora Elena Paradiso  dell’Ufficio distrettuale di Esecuzione Penale Esterna, Luciano Longobardi per il Centro per l’Impiego di Chieti, Marialaura Di Loreto della Cooperativa Alpha, don Luca Corazzari per la Caritas Diocesana, Luca Fortunato della Comunità Papa Giovanni XXIII, la CNA/Patronato Epasa, Casto di Bonaventura per il CSV, Lino Farao dell’ARCAT, Anna Maria Bruno dell’associazione Solineando APS-ETS, suor Vera D’Agostino della fondazione “Figlie dell’amore  di Gesù e Maria” Onlus.

“Per la firma di questo protocollo ci riferiamo alla legge 328 del 2000 sulla realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali – così il sindaco Diego Ferrara – ma anche la legge Biagi, la legge 354 del 1975, che in vari articoli parla proprio di partecipazione dei detenuti ad attività formative e di reinserimento sociale. Negli anni ci sono stati tanti protocolli fra il Ministero, la Direzione generale penale e la conferenza nazionale del volontariato, in cui si riconosce il protagonismo del terzo settore per il reinserimento delle persone che hanno al proprio attivo un percorso di rieducazione penale. La nostra Amministrazione ha da subito preso in carico la situazione di persone che avevano una vulnerabilità e il Comune di Chieti aderisce all’accordo di collaborazione per questa inedita rete per l’inclusione sociale anche per dare l’ennesima riprova di quanto ci eravamo detti prima di salire al governo della città, cioè che le politiche sociali sarebbero state di riferimento per la nostra azione amministrativa e questo oggi sta accadendo”.

“Mi fa piacere che questo Comune sia un esempio virtuoso con la nascita di una rete efficace ed efficiente e che si pone come traguardo quello di rendere omogenei dei partner complessi e delicati, vista la fragilità delle persone che sono il cuore di questo accordo – così il Garante regionale dei detenuti, Gianmarco Cifaldi – Un’azione di grande importanza in questo speciale momento post pandemico per cui ci preme ringraziare l’Ufficio di esecuzione penale esterna. La rete che si sta costituendo è un modello da riproporre anche in altre realtà comunali, cosa che sarà mia premura fare, perché è importante estendere l’azione, quanto pure ampliare la partecipazione all’accordo a tutti quei soggetti che hanno attenzione per le persone fragili”.

“Sono a Chieti da circa 4 anni e da subito ho lavorato per prendere contatti con il territorio perché il nostro lavoro è rieducare le persone e reintegrarle nel tessuto sociale locale – così il direttore della Casa circondariale di Chieti, Franco Pettinelli - Da soli non possiamo farlo e per necessità ci siamo rivolti agli enti del territorio. Così abbiamo iniziato con ognuno, singolarmente, un percorso, ma questo rapporto per essere efficace doveva essere esteso, non uno a uno e abbiamo così pensato di mettere in sinergia tutti gli enti con cui dialogavamo per dare all’azione efficacia ed efficienza. Una finalità subito condivisa dall’Amministrazione, quella di mettere in comune le forze. L’accordo si riferisce ai detenuti, ma si potrebbe espandere a tutte le persone fragili del territorio, perché si pone a livello sociale un obiettivo importante anche sul fronte della sicurezza: perché queste persone, se recuperate, abbasseranno la probabilità che commettano altri reati. Il vantaggio, dunque, è per tutti, sia per noi che lavoriamo al loro recupero, sia per la città intera”.

“Ringrazio tutti i partecipanti alla rete poiché questa unità d'intenti porta al superamento di uno dei punti di debolezza dell’azione sociale a livello locale verso il superamento quel rapporto uno a uno tra enti e organizzazioni che è stato la norma del lavoro sociale svolto in questi anni – così l’assessore Mara Maretti –Ambiamo ad una presa in carico globale di soggetti fragili e multiproblematici, una presa in carico "di comunità" che deve necessariamente prevedere la stretta collaborazione delle istituzioni e delle organizzazioni attive sul territorio. Chieti ha già al suo attivo la buona pratica della rete antiviolenza e questo accordo ha l’intento di replicare e potenziare il metodo per garantire un’inclusione vera e sostenibile di soggetti fragili. Si tratta di un percorso virtuoso e innovativo, che si coniuga all’azione che il Comune sta già consolidando in città, con una serie di misure di contrasto alla povertà rese possibili da strumenti finanziari come il Pnrr, o il progetto PrIns. Stanno per essere avviati servizi del tutto nuovi nell'ambito della neonata area adulti delle politiche sociali del Comune, come il Pronto intervento sociale, l'housing first, il centro servizi per l'inclusione, l'Sos sociale 24 h su 24. La rete è aperta e la disponibilità ad allargare le maglie di questo accordo è piena, accogliendo anche altri enti che oggi non sono coinvolti, per poter intervenire nel modo più ampio e capillare possibile. Voglio ringraziare le assistenti sociali del Comune per la fattiva collaborazione, nonché Chieti Solidale come diramazione dell’Ente e il direttore della Casa circondariale che ci ha sollecitato e guidato perché potessimo cogliere questa sfida”.

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