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Sabato, 27 Aprile 2024
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Carcere di Chieti, la denuncia del sindacato: "La situazione è grave, dove sono le istituzioni?"

 Il segretario nazionale del Sappe, Donato Capece ha fatto visita alla casa circondariale. La richiesta è di aprire un tavolo di confronto sulle criticità

I rappresentati del sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe) in questi giorni stanno facendo visita nelle case circondariali abruzzesi.

A Chieti il segretario nazionale Donato Capece insieme al segretario regionale Giuseppe Ninu ha descritto la situazione attuale.

“La Casa circondariale di Chieti ospitava, lo scorso 30 aprile, 106 detenuti a fronte di una capienza tollerabile pari a circa 70 posti. Gli stranieri ristretti sono circa il 20 per cento dei presenti. Oggi - denunciano Capece e Ninu - la pianta organica della polizia penitenziaria di Chieti presenta una forza operativa di 75 unità rispetto alle 85 previste.

Il carcere teatino, anche per la presenza di detenuti di difficile gestione e la significativa carenza di organico, merita la giusta attenzione da parte dei vertici dell'amministrazione penitenziaria. Si pensi che mancano i dispositivi di protezione individuale per gli agenti nelle sezioni, sono circa 7500 i giorni di ferie arretrate ancora da smaltire ed è necessario ringiovanire il reparto con poliziotti penitenziari più giovani”.

Il Sappe torna a chiedere pubblicamente "che chi di dovere tenga in considerazione le criticità dei penitenziari abruzzesi che evidentemente non sono più in condizione di gestire le troppe tipologie di detenuti, spesso mandati qui dal Lazio, con una presenza di soggetti dalla personalità particolarmente violenta, senza alcuna possibilità di diversa collocazione all’interno della regione. E queste sono anche le gravi conseguenze della chiusura del provveditorato regionale di Pescara, per una decisione politica tanto assurda quanto dannosa. Ora l’Abruzzo dipende dal Lazio e, come la segreteria regionale abruzzese del Sappe ha denunciato in più occasioni, spesso l’ufficio regionale di Roma si sbarazza dei detenuti più pericolosi e problematici mandandoli nella nostra regione”.

Per il sindacato "il carcere di Chieti regge solamente grazie ai poliziotti in servizio, che sono pure significativamente sotto organico, che fanno fronte alle inadempienze ed alle gravi colpe dell’amministrazione penitenziaria. Chiederò al capo del Dap, Russo e al dirigente del personale, Parisi di aprire un tavolo di confronto sulle criticità perché la situazione è inaccettabile".

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