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Tumore rene e prostata: il SS. Annunziata primo per numero di interventi

Doveecomemicuro.it, portale di public reporting delle strutture sanitarie italiane, questo mese ha realizzato un approfondimento sul tumore alla prostata, al rene e alla vescica

Tumore a prostata, rene e vescica: dove operarsi in Abruzzo? Doveecomemicuro.it, il portale di public reporting delle strutture sanitarie italiane, questo mese ha realizzato un approfondimento sul tumore alla prostata, al rene e alla vescica: neoplasie che colpiscono soprattutto la popolazione maschile.

In Abruzzo gli ospedali più performanti per volume di interventi per prostatectomia trans uretrale per iperplasia benigna della prostata, tumore al rene, tumore alla vescica e tumore maligno alla prostata sono tre.

Al primo posto per il tumore maligno alla prostata e al rene viene segnalato il presidio ospedaliero SS. Annunziata di Chieti, per il tumore alla vescica l’ospedale di Vasto San Pio da Pietrelcina, mentre per la prostatectomia c'è la Casa di Cura Pierangeli di Pescara.


La neoplasia alla prostata rappresenta ben il 18% (fonte: AIRTUM 2017) di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo; si stima che a soffrirne sia circa il 70% degli ultraottantenni. Meno diffuso è il carcinoma al rene (che rappresenta circa il 2% di tutte le neoplasie): si presenta con una frequenza doppia nel sesso maschile rispetto a quello femminile e le probabilità di svilupparlo cresce con l'avanzare dell'età. Il picco massimo d'insorgenza è intorno ai 60 anni. La neoplasia alla vescica, invece (che rappresenta il 3% di tutti i tumori), colpisce tre volte di più gli uomini rispetto alle donne ed è più comune tra i 60 e i 70 anni.
 

Prevenzione

Contro il tumore al rene e alla vescica ad oggi non esistono programmi di screening o metodi scientificamente affidabili per arrivare precocemente alla diagnosi. Occorre, quindi, lavorare soprattutto sugli stili di vita: le misure principali di prevenzione consistono nell'abolizione del fumo, nell'adozione di una dieta sana ed equilibrata e nell'attenzione all'esposizione eccessiva a determinate sostanze potenzialmente cancerogene quali ad esempio ammine aromatiche e nitrosamine (per quanto riguarda il tumore alla vescica) o asbesto, cadmio, fenacetina e torotrasto (per il tumore al rene), a cui possono essere esposti ad esempio lavoratori dell’industria tessile, edile, chimica, dei coloranti, del cuoio e della gomma.
 
Un esame del sangue di screening, invece, è disponibile per il tumore alla prostata: è la misurazione del PSA (Antigene Prostatico Specifico). 

Prevenzione del tumore alla prostata: chi deve sottoporsi a un controllo e quando? Tutti gli uomini devono sottoporsi a visita urologica a partire dai 50 anni, a prescindere dalla comparsa dei sintomi: il tumore alla prostata, infatti, nelle fasi iniziali, non dà segni di sé. Il controllo deve essere anticipato a 40-45 anni in caso di familiarità. Il rischio di insorgenza aumenta se ci sono parenti colpiti: “Gli uomini che hanno il padre o il fratello affetti da questo tumore presentano un rischio 2-3 volte maggiore di ammalarsi rispetto al resto della popolazione. Il rischio aumenta sensibilmente in presenza di 2 o più parenti colpiti o se la patologia è insorta prima dei 55 anni -, spiega Marco Carini,  direttore Urologia Oncologica mininvasiva robotica ed andrologica presso l'Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze - l’intervallo di tempo con cui sottoporsi periodicamente a visita urologica viene, invece, stabilito dall’urologo in base al profilo di rischio del singolo paziente (obiettività clinica, valori di PSA, familiarità, ecc.).”
 

Come scegliere l’ospedale?

Nell'eventualità di doversi sottoporre a un intervento è importante orientarsi su ospedali che offrono le maggiori garanzie. “Il primo elemento di cui tenere conto è l'alto numero di interventi annui. L'associazione tra volume ed esiti, infatti, è dimostrata dalle evidenze scientifiche, in particolare la proporzione di riammissioni ospedaliere entro 30 giorni dopo l’intervento diminuisce all’aumentare del volume di interventi annui effettuati”, spiega Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica.
 

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