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Venerdì, 26 Aprile 2024
Salute

Coronavirus: l'Abruzzo capofila di un progetto per la sorveglianza sanitaria nelle strutture residenziali

Il Centro nazionale per il controllo delle Malattie ha scelto l'Abruzzo come regione capofila dello studio scientifico, affidandone il coordinamento al direttore del Dipartimento regionale Sanità, Claudio D'Amario

L'Abruzzo è stato scelto come regione capofila in Italia di uno studio scientifico per sviluppare uno specifico sistema di sorveglianza sanitaria che valuti l'impatto del Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani non autosufficienti, per persone disabili giovani e adulte e per persone con patologie psichiatriche socio-sanitarie.

È stato il Centro nazionale per il controllo delle Malattie (CCM) del Ministero della salute e dell'Istituto Superiore di Sanità a scegliere l'Abruzzo come capofila dello studio, affidandone il coordinamento al direttore del Dipartimento regionale Sanità Claudio D'Amario (foto).

Nelle strutture residenziali socio-sanitarie sono state documentate, fin dalle prime fasi dell'emergenza, numerose difficoltà di carattere organizzativo e gestionale legate all'assistenza dei residenti divenuti positivi e di coloro che hanno sviluppato la malattia da coronavirus: l'intervento si prefigge di sviluppare un sistema di sorveglianza per superare le criticità, standardizzando le azioni correttive.

Il progetto avrà una durata di 2 anni e per la sua attivazione il Ministero ha stanziato un fondo di 800mila euro.

Allo studio prenderanno parte anche Piemonte, Umbria e Sicilia. "L'acquisizione di dati sulla circolazione spaziale e temporale del virus nella popolazione delle strutture residenziali - spiega l'assessore alla Salute, Nicoletta Verì - servirà non solo a conoscere l'evoluzione del contagio e a circoscrivere tempestivamente eventuali focolai epidemici, ma permetterà anche di valutare l'efficacia e l'impatto delle misure introdotte per prevenire e controllare la trasmissione al loro interno.  Particolare attenzione -sarà riservata alle piattaforme di telemedicina, che in Abruzzo sono state implementate già la scorsa primavera, durante la prima fase della pandemia, per rispondere alle esigenze di alcune categorie di pazienti".

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