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Concorso dei messi a Vasto, FdI: "La palla ora passa alla magistratura, il nostro compito è finito"

Presentato un esposto alla procura della Repubblica dai consiglieri comunali del partito di Meloni: "Abbiamo svolto il nostro dovere, oggi chiudiamo il cerchio"

E alla fine la vicenda del concorso per messi notificatori che ha tenuto banco a Vasto per mesi è finita sulle scrivanie della magistratura. L'annuncio è giunto nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede di Fratelli d'Italia a Vasto, introdotta dal coordinatore cittadino Piernicola Carlesi e tenuta dai consiglieri comunali Francesco Prospero, Vincenzo Suriani e Guido Giangiacomo. Il 28 settembre è stato protocollato un esposto alla Procura della Repubblica corredato da tutta la documentazione utile, chiedendo che si faccia chiarezza definitiva sull'effettiva trasparenza dell'amministrazione comunale.

La vicenda è quella che riguarda il concorso pubblico per la copertura a tempo indeterminato e pieno di tre posti di istruttore amministrativo-qualificato anche per funzioni del messo notificatore che tanta polemica ha suscitato tra gli scranni di Palazzo di città: l'opposizione, infatti, da tempo polemizza sul fatto che la graduatoria sia stata pubblicata criptata alla cittadinanza, richiedendo inoltre la convocazione della commissione di vigilanza del consiglio comunale, indagine però stoppata dal voto contrario della maggioranza. Un clima reso ancora più teso dalla comparsa di un volantino anonimo circolato tra le mura municipali riportante offese e illazioni sull'argomento.

«Un concorso iniziato con la promessa di assunzione di 3 messi notificatori, che nel tempo sono saliti a 11, ma di cui al momento non ce n'è neanche uno che lavora come messo - ha sottolineato il consigliere Giangiacomo-. Non è possibile che su quasi 200 concorrenti siano risultate vincitrici 3 persone che erano nello staff del sindaco, un responsabile di partito che ha manifestato a Roma insieme ad un assessore comunale di Vasto, un'altra che era professionalmente legata a un membro di commissione, un'altra che è la sorella di un consigliere comunale e un'altra che risulta parente stretta di un funzionario del comune».

Se a questo si somma il fatto che «il dirigente del personale e il segretario si sono dichiarati incompatibili, al punto che il sindaco ha dovuto nominare un funzionario ad hoc, allora probabilmente ci troviamo di fronte a un'anomalia e riteniamo che le indagini della magistratura debbano fare il loro corso - dice Giangiacomo - e le indagini saranno utili anche al sindaco Menna per far luce sul volantino deprecabile scritto per mano di qualcuno che era, evidentemente, già a conoscenza dell'esito del concorso».

Ma non finisce qui: «Abbiamo richiesto di visionare l'atto di rinuncia di uno dei vincitori del concorso, rinuncia che ha permesso alla graduatoria di scorrere fino al 12esimo posto, ma ci è stato fornito completamente sbianchettato, senza neanche il nome del rinunciatario: un documento manomesso e non conforme alla legge sulla trasparenza. Anche questo è stato consegnato alla magistratura - precisa il consigliere Suriani -. Siamo tutti consiglieri da più di 5 anni, ma mai l'accesso agli atti ci è stato così tanto negato come in questo caso: dal Comune abbiamo trovato un muro di gomma».

«Dalle carte sono emerse incongruenze e stranezze che noi consiglieri dobbiamo attenzionare. Le abbiamo denunciate all'interno dell'assemblea civica, abbiamo chiesto una commissione di vigilanza che ci è stata negata, quindi oggi abbiamo chiuso il cerchio, il nostro compito politico è terminato - aggiunge il consigliere Prospero -. Ora sta alla magistratura valutare se sono necessarie ulteriori indagini e se in questa vicenda ci sono reati di illegittimità».

E infine i consiglieri di Fratelli d'Italia sottolineano: «In tempi di crisi economica è giusto che tutti abbiano la stessa possibilità di vincere un concorso pubblico, inoltre 11 stipendi in più corrispondono a circa 300mila euro che annualmente escono dalle casse comunali: se qualche assunzione fosse viziata, il danno sarebbe anche erariale».

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