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Cronaca

Riciclavano denaro attraverso una banca abusiva cinese, l'associazione a delinquere operava anche a Chieti

Qui, come in altre province, avvenivano le consegne. La guardia di finanza di Vicenza ha sgominato un sodalzio specializzato nel riciclaggio di denaro, 13 gli arresti eseguiti

Tredici persone arrestate e circa 1,5 milioni di euro sequestrati in quanto corrispondenti al profitto illecito generato da un sodalizio criminoso specializzato nel riciclaggio di denaro. È il bilancio di una operazione di questa mattina dei militari della guardia di finanza di Vicenza, sotto il coordinamento della locale procura della Repubblica, che coinvolge anche il territorio di Chieti.

È qui infatti che avvenivano, come in altre province, le consegne di denaro ai cosiddetti money mules o spalloni, ovvero i trasportatori dei contanti frutto di frode fiscale da e verso l`estero.

L'operazione ha consentito di disarticolare un'associazione per delinquere operante tra Vicenza, Padova, Verona, Brescia - dove sono state 18 le perquisizioni effettuate dai militari delle fiamme gialle - Mantova, Milano, Prato, Chieti e Roma, con collegamenti in Germania, Slovenia e Repubblica Popolare Cinese. Il sodalizio è risultato composto da 16 persone (3 vicentini, 9 bresciani, 2 cingalesi e 2 cinesi).

L’indagine è scattata grazie all’acquisizione sul territorio di informazioni nei confronti di un 51enne originario di Arzignano (Vicenza) sospettato di svolgere l’attività di trasportare contanti, frutto di frode fiscale, da e verso l’estero con frequenti viaggi in auto del soggetto verso la Slovenia, dove l’indagato si fermava per circa un’ora per poi far rientro in Italia. Attraverso le successive attività d’intercettazione telefonica, telematica e ambientale, lo svolgimento di indagini bancarie e riscontri operativi eseguiti nel Centro e Nord Italia, è stata ricostruita l’operatività dell’intero gruppo criminale, che aveva al vertice il 51enne operativo nella piazza vicentina.

Secondo le ricostruzioni degli investigatori, i contanti trasportati dall’estero verso l’Italia e viceversa in appena un anno e mezzo, attraverso ben 556 “viaggi”, ammontano a circa 110 milioni di euro provenienti da frodi fiscali realizzate da società dedite prevalentemente al commercio di materiali ferrosi.

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"I clienti - si legge nella nota delle Fiamme Gialle - saldavano le fatture false attraverso bonifici ai fornitori/cartiere, i quali a loro volta bonificavano il denaro ricevuto a favore di società estere, veri e propri punti nodali dell’attività di riciclaggio, ovvero una società di Honk Kong e una società belga. Il denaro inviato all’estero veniva successivamente retrocesso ai clienti italiani – al netto delle commissioni medie spettanti all’organizzazione pari circa all’1,5% delle somme movimentate attraverso l’utilizzo di uno “sportello bancario abusivo della China underground bank, ovvero di quello che viene ritenuto un vero e proprio circuito bancario informale e segreto con numerose filiali sparse sul territorio nazionale, sospettato di muovere ingentissime quantità di denaro verso la Cina offrendo servizi speciali per clienti speciali. Si tratta di un sistema composto da “operatori” cinesi che inviano soldi in madrepatria, frutto di riciclaggio ed evasione, anche di somme provenienti dalla stessa economia illegal” cinese in Italia".

Tale “sportello bancario abusivo” è risultato gestito da un 38enne cinese, residente in Veneto, vero e proprio perno della retrocessione del denaro, che organizzava la consegna del contante ai “money mules/spalloni” a Padova, Prato, Mantova, Milano, Chieti e Roma nonché all’estero (Slovenia e Germania).

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