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Attualità Celenza sul Trigno

Festa per i vent'anni della Rsa Il Chiostro a Celenza sul Trigno

Le vite e le storie degli ospiti della Rsa di Celenza sul Trigno e dei loro familiari

Un abbraccio, non ancora fisico, comunque reale quello per la festa dei 20 anni della residenza sanitaria assistenziale (Rsa) Il chiostro a Celenza sul Trigno dove centinaia di persone si sono radunate per ricordare insieme i passaggi cruciali della storia della residenza che accoglie 40 persone, in prevalenza donne, con capacità di autonomia gravemente compromesse.

“Ma non si tratta di un traguardo – ha esordito la direttrice della Rsa, Linda Marinelli -, bensì di una tappa. Vale la pena guardarsi indietro e condividere la gioia di aver superato insieme tante difficoltà. Eppure dobbiamo soprattutto saper guardare avanti, perché grazie alla Rsa Il chiostro continueremo a dare valore alla salute, alla comunità, alle relazioni sociali, alle attività economiche e al lavoro. E, non ultimo, alla rigenerazione di un luogo antico, che conserva anche importanti resti archeologici, che abbiamo scoperto e che conserviamo per renderli disponibili a tutti”.  Il sindaco di Celenza, Walter Di Laudo, che è anche un medico, ha ricordato le virtù umane di tutto il personale “capace di un grado di attenzione e di cura che fanno della Rsa Il chiostro un servizio di eccellenza riconosciuto in tutto l’Abruzzo”.

La Rsa nacque dalla cooperativa sociale Samidad di Lanciano che presentò all’allora sindaco Cieri il suo progetto di ristrutturazione e gestione, offrendo di investire 800 milioni di lire..

Poi le vite e le storie degli ospiti della Rsa di Celenza sul Trigno e dei loro familiari. “Qui a Il chiostro ci sono state mia madre e poi mia suocera - ha detto una di loro -, ho perciò frequentato la Rsa per tanti anni, ci sono venuta pressoché tutti i giorni, e devo dire di aver trovato sempre accoglienza, conforto, gioia. Siete diventate - ha detto rivolgendosi alle operatrici - la nostra seconda casa, la nostra seconda famiglia. Ora sono contenta perché posso pubblicamente dirvi grazie”.

"Mia madre diceva sempre - ha ricordato un’altra signora di Celenza - “Come? Io, una mamma, da sola mi sono presa cura di dieci figli, e dieci figli non riescono a prendersi cura di una mamma?” Dico questo per cercare di trasmettervi il senso di malessere con cui abbiamo deciso di sradicare nostra madre dalla sua casa e di portarla in una residenza per anziani. E, vi dico, la verità, dopo un giorno ce la siamo venuti a riprendere. Ma poi non eravamo attrezzati per gestire una malattia brutta come l’Alzheimer. Abbiamo richiamato Linda e debbo dire che lei e tutte le operatrici sono state fantastiche: non solo ci hanno accolto di nuovo a braccia aperte, ma hanno supportato (e sopportato!) tutti noi figli e nipoti, trovando risposte a richieste spesso anche inedite”.
 

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