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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Variante 'egiziana' in provincia di Chieti, Stuppia (Ud'A): "Non è il caso di allarmarsi"

Si tratta di una variante molto rara, 7 i casi nel Paese, e che presenta una delle mutazioni in comune con la variante sudafricana e brasiliana. "Vista la rarità della mutazione, non bisogna allarmarsi" afferma il direttore del laboratorio di Genetica all'agenzia Dire:

Si chiama variante ‘egiziana’ perché è stata riscontrata su persone che rientravano dall'Egitto ma, pur trattandosi di una variante molto rara che presenta una delle mutazioni in comune con la variante sudafricana e brasiliana, proprio la rarità della mutazione non deve allarmare. A ribadirlo è il direttore del laboratorio di Genetica molecolare-Test Covid-19 dell'università di Chieti, Liborio Stuppia.

Sette i casi di variante ‘egiziana’ segnalati in Italia (493 in tutto il mondo), tra questi, due persone residenti in provincia di Chieti che tornavano da un viaggio di lavoro in Egitto con altri colleghi della stessa azienda. Dieci, in realtà, quelli che sono stati trovati positivi al Covid al rientro, ma solo due quelli presi in carico dal laboratorio dell’università d’Annunzio: tutti gli altri hanno eseguito il tampone a Fiumicino.

"Per cui noi - sottolinea il direttore Stuppia all’agenzia Dire  - non possiamo sapere se avevano o no la variante. Ragionevolmente sì. Tutti, comunque, sono già in isolamento e questo fa ritenere di aver già circoscritto il caso. Se da una parte -  ribadisce Stuppia - la rilevazione della variante non dove destare preoccupazione vista anche la sua rarità,  attenzionarla è importante anche alla luce del fatto, che si tratta di una variante che arriva da un Paese caldo”.

I numeri ad oggi confermano che non dovrebbe essere una variante troppo pericolosa.

"Dato che per l'indiana, che sta producendo un disastro, è stato dato questo tipo di allarme, il caso va comunque segnalato. Il messaggio che deve passare però - è che riuscendo a sequenziare così velocemente il virus, controlliamo bene il territorio. Le persone non si devono spaventare"

conclude Stuppia. 

I numeri dicono che ad oggi, in Abruzzo, la variante più diffusa resta quella inglese.
 

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