L'Abruzzo tra le regioni che hanno già occupato i posti 'no covid' in terapia intensiva
L’Abruzzo sta utilizzando quasi il 9% della propria dotazione strutturale di posti letto di terapia intensiva. L'Instant Report Covid-19 dell'università Cattolica
Tredici regioni stanno già utilizzando i posti letto di terapia intensiva che dovrebbero essere dedicati ai pazienti non Covid-19: tra queste c’è l’Abruzzo, unitamente a Lombardia, Umbria, Toscana, Marche, Puglia, Liguria, Emilia Romagna, Valle d'Aosta, Calabria, Campania e Basilicata e Provincia autonoma di Bolzano.
È quanto emerge dal 27esimo Instant Report Covid-19 dell'Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell'università Cattolica del 5 novembre 2020, sullì’analisi dei modelli organizzativi di risposta al Covid-19.
L’Abruzzo sta utilizzando l'8,94% della propria dotazione strutturale di posti letto di terapia intensiva. Il dato più elevato riguarda la Provincia autonoma di Bolzano con più del 40% della propria dotazione, seguono la Lombardia con il 38,56%, l'Umbria con il 31,43%, la Toscana al 23,55%, le Marche al 22,61%, la Puglia al 16,78%, la Liguria al 12%, l'Emilia Romagna al 10,47%, la Valle d'Aosta al 10%, la Calabria al 3,42% e la Campania all'1,49%.
Nel report si legge ancora che la Basilicata, pur avendo raggiunto la massima saturazione della capacità extra, al momento non utilizza la capacità strutturale per pazienti Covid-19. Sono prossime alla totale saturazione della capacità aggiuntiva la Sardegna (97,93%), il Piemonte (93,95%), la Sicilia (87,06%), la Pa di Trento (84,62%) il Lazio (78,62%) e il Friuli-Venezia Giulia (72,73%). In Veneto è utilizzato il 45% della capacità extra.
Il Molise, al momento, rappresenta la regione che attualmente registra il rapporto più elevato tra ricoverati in terapia intensiva sui ricoverati totali (20%).
In media, in Italia, il 9,53% dei ricoverati per COVID-19 ricorre al setting assistenziale della terapia intensiva.