Riflettori accesi sull'Uccellaccio di Ripa Teatina: "Un cadavere architettonico"

Si torna a parlare dell'Uccellaccio, l'ecomostro che si trova sul territorio di Ripa Teatina da ben 50 anni. Venerdì scorso al Maxxi Museo de L'Aquila all'interno di un talk moderato da Pippo Ciorra, docente di composizione architettonica alla facoltà di architettura di Ascoli Piceno è stato presentato il Padiglione Italia della 18esima Mostra Internazionale di Architettura dal titolo “Spaziale: Ognuno appartiene a tutti gli altri”.

Tra i partecipanti erano presenti Claudia Giurastante, scrittrice e antropologa, Veronica Caprino, architetto del Collettivo Fosbury Architecture, che ha vinto il bando per la biennale, Oreste Montinaro e Giulio Marchetti, architetti del collettivo HPO.

In particolare è stata analizzata una delle nove attivazioni site-specific intitolata “L’Uccellaccio”, legata a un’opera incompiuta che si trova a Ripa Teatina da 50 anni. Ciorra ha definito l’incompiuta ”un cadavere architettonico" sottolineando l’assenza di quella vita di cui il complesso architettonico avrebbe dovuto riempirsi se fosse stato concluso. Veronica Caprino nel suo intervento ha parlato di "un modo nuovo di concepire lo spazio nel periodo di permacrisi in cui le nuove generazioni hanno da sempre vissuto, quindi anche di un approccio diverso all’architettura".

Giulio Marchetti e Oreste Montinaro hanno descritto le fasi di progettazione e realizzazione dell’opera, sottolineando "il grande contributo dato dall’amministrazione comunale di Ripa Teatina, senza cui non sarebbe stato possibile portare alla Biennale un lavoro così interessante".

ll sindaco di Ripa Teatina, presente insieme alla maggior parte dei consiglieri comunali ha sottolineato "il grande lavoro fatto dagli architetti nel dare nuova vita a un edificio incompiuto, ma soprattutto nel suggerire una visione nuova della struttura".