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Lunedì, 29 Aprile 2024
Attualità

Il carcere fuori dal carcere: chiusa la due giorni de "La prigione e la piazza"

Organizzata a Chieti e a Lanciano dalla onlus Voci di dentro

Si è conclusa la due giorni de "La prigione e la piazza", la mostra-mercato di libri da e sul carcere, tour di incontri e dibattiti nelle varie città d’Italia, promossa dalle associazioni Yairaiha Onlus, Napoli Monitor e organizzata a Chieti e a Lanciano dalla onlus Voci di dentro.

Per due giorni, venerdì in piazza G.B. Vico a Chieti e sabato in piazza Plebiscito a Lanciano, si è parlato di carcere e di carcerati con l’apporto di tantissimi relatori: Elisa Mauri (psicologa e psicoterapeuta, autrice di “Perché il carcere? Costruire un immaginario che sappia farne a meno”), Francesca De Carolis (scrittrice, giornalista, ex TG1, ex Radio 1), Riccardo Rosa (promotore della piattaforma “Morire di pena. Per l’abolizione di ergastolo e 41bis”), Nicoletta Dosio (storica attivista del Movimento No Tav intervenuta in diretta telefonica), Elton Kalica (Università di Padova), Sandra Berardi (presidente di Yairaiha Onlus), Antonella La Morgia (vicedirettore di Voci di dentro rivista e membro di Sulle regole), Francesco Lo Piccolo (presidente di Voci di dentro), Simona Anedda e Claudio Bottan, testimoni di ogni possibile “seconda chance”, lui dell’esperienza detentiva, lei della malattia.

“Abbiamo cercato di rompere il muro di indifferenza che avvolge strutture spesso fatiscenti riempite di persone e non di “reati che camminano”, di uomini e donne alle quali i diritti non possono e non devono mai essere calpestati” le parole dei volontari della onlus Voci di dentro. 

Venerdì pomeriggio anche il sindaco Diego Ferrara ha partecipatoin piazza G. B. Vico al dibattito pubblico  "La prigione e la piazza. Ergastolo e 41 bis". “Una presenza motivata dal convinto garantismo di cui mi faccio portatore – ha spiegato il sindaco - Essere cioè sostenitore di uno Stato di diritto in cui le garanzie costituzionali sono stabilite e atte a difendere la libertà dei cittadini nei confronti del potere pubblico. E questo non solo per evidenze umane e risvolti psicologici, ma anche per una corretta interpretazione dell'articolo 27 della Costituzione e le norme che regolano il carcere duro, le restrizioni e gli istituti di alleggerimento della pena finalizzati al reinserimento, oltre che alla rieducazione sociale e lavorativa delle persone coinvolte”.
 

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