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Domenica, 28 Aprile 2024
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Lascia il lavoro da dipendente e diventa imprenditore grazie ai Pokémon: la storia di Amedeo Di Biase

Il 31enne di Villamagna ha messo in piedi un business legato alla compravendita delle carte da gioco

Lasciare il lavoro da dipendente, mettersi in proprio ed entrare nel mondo del business. Niente di nuovo fin qui, ma nel caso Amedeo Di Biase, 31 anni di Villamagna c’è una particolarità: il suo mercato di riferimento sono le carte Pokémon.

Le carte Pokémon rappresentano un fenomeno culturale globale che ha affascinato milioni di persone in tutto il mondo sin dalla loro introduzione negli anni '90. Il gioco di carte collezionabili si è basato su un sistema di battaglie tra i vari Pokémon. Ogni carta rappresenta un Pokémon specifico e include statistiche, attacchi e abilità. L'obiettivo è sconfiggere gli avversari accumulando punti, e spesso le partite coinvolgono strategie complesse e tattiche.

Oltre all'aspetto ludico, le carte Pokémon hanno un notevole valore collezionistico. Molte persone collezionano carte per la loro rarità, estetica o semplicemente per il piacere di possedere una parte di questo universo popolare. Alcune carte rare, specialmente quelle di prima edizione o con errori di stampa, possono valere migliaia di dollari. Si va da pochi euro a migliaia. Le carte possono arrivare a costarne anche 60mila.

“La mia passione è nata quando ero piccolo. Collezionavo le schede telefoniche perchè erano gratis e le potevi trovare in giro. Poi è stata la volta di Dragon Ball e qualsiasi cosa sui dinosauri. A seconda delle tendenze del momento. Crescendo le cose cambiano perchè è più difficile trovare persone con le quali giocare e scambiare le carte”.

A 16 anni Amedeo perde il padre vittima di un incidente stradale. “Frequentavo il Galiani a Chieti e l’estate ho iniziato a lavorare. Ho fatto il piastrellista, il pittore e altri lavori manuali. A 18 anni sono andato a lavorare in un’area di servizio sull’autostrada a Brecciarola. Questa esperienza mi ha aperto un mondo. Ho capito che mi piaceva vendere ed è stata un’ottima palestra per esercitarmi. Il contatto con il pubblico mi ha insegnato anche come comunicare e la psicologia del cliente”.

La nostalgia svolge un ruolo importante nel collezionismo delle carte Pokémon, poiché molti adulti che erano appassionati del franchise Pokémon da bambini continuano a collezionare le carte come una sorta di collegamento con la propria infanzia.

“Un giorno - racconta Amedeo - ho ripreso in mano la mia vecchia collezione di carte. Ho visto che ne mancavano alcune per chiudere un album e ricercando sui siti di vendita tipo ebay mi sono accorto che avevano un valore altissimo. Insomma, ho scoperto che c'era un mondo pazzesco e la richiesta era molto alta”.

E il 2015 e Amedeo fiuta l’affare. “Ho investito i miei risparmi nell’acquisto delle prime carte. Nel tempo le carte acquistano valore come l’oro. Tutto si svolge su ebay e i gruppi Facebook. Il punto a favore di questo mercato è che si svolge esclusivamente, online non ci sono limiti ed è ‘facile’ il trasferire prodotto che vendiamo: le carte hanno piccole dimensioni e sono agevoli da spedire. Molti acquistano il prodotto per far aumentare valore e rivenderle dopo qualche mese. Ho avuto la fortuna anche di avere una carta venduta a 50mila euro. C’è chi con una carta si è pagato il matrimonio”.

Dal 2017, il 31enne di Villamagna ha aperto partita iva. Svolge a tempo pieno questo lavoro. “I miei clienti vanno dal ventenne al pensionato. Ci sono anche atleti di alto livello e manager aziendali. Il prezzo delle carte è aumentato notevolmente nel periodo pandemico: in tanti hanno cercato un nuovo business per cambiare vita e il valore è esploso. Pokemon da un gioco per bambini è diventato un investimento per il futuro. Le carte vendute nel periodo 2005-2015 dove il mercato Pokemon era ai minimi storici sono quelle con più possibilità di aumento di valore. Qualcuno è davvero diventato ricco”.

Con la sua ditta Amedeo fattura già ai livelli di un manager di buon livello ma l’obiettivo è quello di crescere ancora. “Di certo non ci si improvvisa. Bisogna capire il mercato, seguirlo ogni giorno: esistono dieci milioni di carte, dietro c'è uno studio incredibile, anzi, una vera e propria ossessione”.

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