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Prevenzione e cura del tumore al seno: nasce la delegazione abruzzese di Europa Donna Italia

Ne fanno parte anche le associazioni Gaia di Ortona e Lory A Colori di San Salvo. La referente è Benedetta Cerasani

Anche l’Abruzzo avrà una delegazione regionale di Europa Donna Italia, movimento per la prevenzione e la cura del tumore al seno.

Come referente abruzzese è stata scelta Benedetta Cerasani, presidente dell’associazione I Girasoli, coadiuvata da Maria Prezzavento, volontaria dell’associazione Isa. La delegazione è formata da 4 associazioni già attive sul territorio: associazione Isa (Istituto Senologico Abruzzese) di Pescara , associazione I Girasoli di Avezzano (L'Aquila), associazione Gaia (Generosità Attiva, Ideazione Attenta) di Ortona, associazione Lory A Colori di San Salvo.

“Da sempre Europa Donna Italia incoraggia le associazioni a unirsi per essere più autorevoli e compatte nella regione di riferimento", afferma Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia. 

Ad oggi, sono 158 le associazioni iscritte, e quattro le delegazioni regionali: la nuova nata Europa Donna-Abruzzo (composta da 4 associazioni), Europa Donna-Liguria (composta da 6 associazioni), Europa Donna-Sicilia (composta da 9 associazioni) e Europa Donna-Umbria (composta da 8 associazioni), già molto attive nella relazione con la comunità sociale, scientifica e con le istituzioni delle proprie regioni. 

"Siamo lieti - aggiunge D'Antona - che anche in Abruzzo sia ora presente una delegazione che potrà così essere ancora più incisiva nelle richieste ai responsabili per la salute regionale e sostenere concretamente tutte le pazienti e i loro caregiver”.

Commenta Benedetta Cerasani: “È un onore far parte della delegazione Europa Donna-Abruzzo. Avremo il compito tutti insieme di sostenere i diritti delle donne abruzzesi e quelli di tutte le donne italiane.  Un’unione di associazioni per dare un’identità unica all'Abruzzo.”

Il professor Ettore Cianchetti, Presidente dell’associazione Isa, aggiunge: “È importante che le associazioni di volontariato non facciano solo riferimento al proprio territorio di appartenenza. La nascita di questa delegazione fa in modo che le istanze delle pazienti delle singole province abruzzesi siano riportate attraverso una sola voce regionale. Credo che rappresentare tutte le donne abruzzesi e godere del supporto di un movimento autorevole come Europa Donna Italia, ci dia una possibilità in più di dialogo con le Istituzioni”.

La prima iniziativa che la aelegazione affronta in Abruzzo, è la campagna nazionale “Chemio: Se Posso la Evito” per dare voce alle circa 1 milione e 300mila donne abruzzesi (nonché a tutte quelle delle altre regioni). L’obiettivo è rendere subito disponibili i test genomici per definire le terapie più appropriate contro il tumore al seno. Per questo Europa Donna Italia, il movimento per la prevenzione e la cura del tumore al seno, ha lanciato la campagna nazionale. È stata aperta una raccolta di firme on line, supportata da una social challenge, che ha già raggiunto più di 9570 firme. Ogni martedì e venerdì vengono pubblicati sui profili Facebook e Instagram di Europa Donna Italia i video realizzati dai sostenitori della campagna (l’hashtag è #TestGenomiciOra). La sottoscrizione è ancora in corso, ma ci si aspetta una vera e propria accelerazione della raccolta firme da parte delle associazioni di volontariato e le pazienti della Regione. I risultati e le sottoscrizioni raccolte a livello regionale durante social challenge verranno inviati a fine marzo, quando la campagna terminerà, al Ministero della Salute.

Da anni ormai i test genomici, grazie ai quali moltissime donne colpite da tumore al seno possono evitare la chemioterapia, sono disponibili nella maggioranza dei Paesi europei, ma l’Italia non ne ha ancora autorizzato la rimborsabilità. Solo lo scorso 30 dicembre, con l’approvazione della Legge di Bilancio è stato istituito un fondo nazionale di 20 milioni di euro annui per il rimborso delle spese sostenute dagli ospedali per l’acquisto dei test. Tuttavia il fondo non sarà accessibile finché il Ministero della Salute non emanerà un decreto attuativo, dopodiché le Regioni dovranno distribuire le risorse alle strutture del territorio.

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