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Medici di famiglia riuniti a Lanciano: "Sistematico taglio delle risorse per la medicina generale"

Assemblea provinciale annuale del sindacato Fimmg: i giovani professionisti neoconvenzionati chiedono la proclamazione dello stato di agitazione

Si è tenuta a Lanciano, nei giorni scorsi, l’assemblea provinciale annuale del sindacato dei medici di famiglia Fimmg. In essa sono state affrontate le tematiche sindacali e le numerose rivendicazioni per una corretta e puntuale applicazione degli accordi nazionali, regionali ed aziendali che, in numerosi punti, da anni vengono disattesi o rinviati adducendo l’ormai vecchio e monotono ritornello di mancanza di risorse.

“Argomentazioni che non sono più accettabili e giustificabili da parte dei medici di medicina generale – sostiene il sindacato - dal momento che non vi sono più i vincoli dei tetti di spesa da pregresso commissariamento. Inoltre, mancando anche un vincolo di destinazione delle somme che la Regione assegna annualmente alle varie Asl, per la loro gestione e funzione, ciò ha determinato un sistematico taglio delle risorse destinate alla medicina generale. Negli ultimi due anni nella nostra Asl questi 'risparmi' di circa due milioni di euro, come vengono definiti, sono andati a coprire i buchi di bilancio generati dagli altri settori, tra cui i circa 40 milioni di mobilità passiva. Questo non possiamo più accettarlo dal momento che sono stato il frutto, non solo della mancata costituzione di nuove forme di aggregazione di medici nel territorio, ma anche di un mancato reintegro, nelle suddette medicine di gruppo, dei sempre più numerosi medici andati in pensione”.

“Alla vigilia dell’attuazione di quanto previsto dalla misura 6 del Pnrr questo ci preoccupa moltissimo – continua la segreteria provinciale Fimmg - proprio perché temiamo che tutte le innovazioni, come case della salute, ospedali di comunità ed altro rischiano di essere solo dei contenitori vuoti e dove i veri protagonisti ed attori non saranno i medici di medicina generale. Questa sensazione ci viene confermata anche dalla constatazione che il dibattito in regione sul nuovo 'piano di assistenza territoriale della regione Abruzzo' inizia nel peggiore dei modi, ossia vedendo esclusi dalla discussione i rappresentanti sindacali dei medici di base, ai quali non è stato concesso diritto di parola. Altro elemento di preoccupazione è che vi potrà essere una forte perdita di interesse e di attrazione per questa professione da parte delle nuove generazioni che si orienteranno verso altre specialità, o altre regioni dove la medicina del territorio 'funziona' meglio, rendendo ancora più difficile l’attuazione del Pnrr e lasciando ancora più in abbandono le nostre aree interne e le loro popolazioni, per la maggior parte anziane e fragili”.

Questo pericolo si evince, secondo la Fimmg, anche dal documento, riassunto e riportato di seguito, elaborato e presentato dai giovani colleghi entrati in convenzione negli ultimi anni: “Se nel Pnrr la parola chiave della sanità è 'territorio', per la Regione Abruzzo è si 'territorio', ma un territorio svuotato dai protagonisti che dovrebbero solo subire le scelte imposte da chi non conosce ciò di cui parla. La categoria è allo stremo delle forze: da un lato schiacciata da un carico di lavoro crescente, esacerbato dalla pandemia e alimentato da una iperconnessione del medico, di fatto fagocitato dai nuovi mezzi di comunicazione, che hanno completamente abbattuto le distanze con il paziente, e da una popolazione sempre più anziana e affetta da multiple patologie croniche, dall’altro da una carenza ingravescente di medici e una sanità pubblica sempre più carente e non in grado di fornire risposte, che costringe l’utenza a rivolgersi al privato. Le mancanze organizzative e strutturali della Regione e delle aziende sanitarie non sono più accettabili e stridono con i nuovi piani organizzativi, che sembrano un mero esercizio di stile, messo a punto per ottenere i finanziamenti del Pnrr. È sufficiente pensare che ad oggi, nel 2022, si continua ad osteggiare la volontà dei medici di lavorare in gruppo, così come si impedisce, di fatto, di accedere alle risorse finanziarie per poter assumere  personale di studio e infermieristico, costringendo le nuove leve, che potrebbero apportare innovazione e qualità, a lavorare in una solitudine straziante, asfissiati da una burocrazia crescente che impedisce di poter svolgere con efficacia il proprio lavoro, sottraendo tempo prezioso di cura. Unanime è il dissenso da parte dei giovani professionisti da poco convenzionati, che chiedono a gran voce, durante l’assemblea annuale provinciale della Fimmg, la proclamazione dello stato di agitazione”.

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