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In fuga dalla guerra: la nuova vita delle profughe ucraine a Chieti

Grazie a Protezione civile e Arci, 26 persone sono state accolte in appartamento: sono per lo più madri con figli minori, alcune musiciste. Il Comune: "Qui possono continuare i loro progetti di vita"

Grazie al progetto di accoglienza governativo gestito da Protezione civile nazionale, regionale e Arci, è stato possibile trasferire in appartamento 26 persone arrivate in Italia a causa della guerra in Ucraina. Si tratta per lo più di madri con minori al seguito, che grazie al programma di accoglienza sono approdate anche a Chieti.

Il sindaco Diego Ferrara, con l’assessore alle Politiche Sociali Mara Maretti, il consigliere Paride Paci e il presidente dell’Arci Antonio Tiberio, ha fatto visita ad alcune delle profughe ucraine rimaste a Chieti, seguite per l’Arci da Daniele Licheri, e che vivono la città, frequentando le scuole, gli impianti sportivi e le istituzioni culturali, perché in alcuni casi si tratta di musiciste.

“Siamo andati a verificare la situazione – spiegano Ferrara e l’assessore Maretti – perché queste persone possano vivere in città un soggiorno sereno, nonostante siano lontane da casa, da padri, fratelli, a volte figli, rimasti ad un fronte ancora acceso e pericoloso. Grazie al programma governativo e al grande lavoro di Protezione civile e Arci, è stato possibile accoglierli e fargli iniziare qui un percorso diverso dalla fuga e dalla convivenza con la guerra. Un percorso di pace e civiltà di cui siamo promotori e fieri e che consente loro di continuare qui e per ora il loro progetto di vita”.

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