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La pecora in regalo al Giro d'Italia finisce in un esposto degli animalisti, ma il sindaco si difende: "Non è una nostra iniziativa"

Il primo cittadino di Filetto Di Nanno, come già fatto di fronte ai carabinieri forestali, spiega che l'amministrazione non è coinvolta nell'iniziativa goliardica

"L'amministrazione comunale non c'entra niente con la pecora messa in palio al Giro d'Italia". Parola del sindaco di Filetto, Rocco Di Nanno, che vuole gettare acqua sul fuoco delle polemiche che hanno valicato i confini del paese "capitale del peperoncino", salendo alla ribalta nazionale. 

La questione è ormai nota: alla vigilia del Giro, proprio da Filetto è arrivata la notizia dell'organizzazione del cosiddetto "Gran premio della pecora", che avrebbe premiato con un ovino il ciclista abruzzese che avrebbe superato per primo il traguardo volante fissato in piazza San Giacomo.

Fra ironia e indignazione, la notizia ha fatto ben presto il giro dello Stivale, catturando l'attenzione dell'associazione Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente). Prima si sono moltiplicati i post critici sui social network, poi è scattato anche l'esposto alla procura di Chieti, il giorno prima del passaggio del Giro nel Chietino, inviato anche all'indirizzo Pec del Comune di Filetto. 

"Io non sapevo nulla di questa pecora messa come premio - ribadisce il sindaco - e l'ho già confermato e messo a verbale al comando forestale di Fara. Il resto è stato una goliardata di chi ha organizzato l'evento". 

Il Comune, dunque, rivendica la sua estraneità alla vicenda che ha sollevato le ire degli animalisti. "Come amministrazione comunale - puntualizza Di Nanno - ci siamo occupati solo di reperire gli sponsor che ci hanno elargito offerte con regolare fattura. I soldi sono stati spesi per addobbare il paese lungo il percorso del Giro, comprare le magliette rosa e i fiori, organizzare il concorso per il balcone più bello, per cui è ancora possibile votare su Facebook. Il resto sono iniziative delle associazioni che si sono prodigate per il paese".

In una nota diffusa oggi sul web, l'associazione Aidaa, però, punta il dito contro il primo cittadino, che si dice sereno e assicura che si tutelerà contro "false notizie".

L'associazione animalista definisce quanto accaduto "un gesto non solo di cattivo gusto ma anche in aperta violazione della sentenza del Consiglio di Stato che vieta di proporre animali come premi di gare, lotterie e fiere" e chiede di verificare se ci sia stato "il reato di maltrattamento di animali".

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