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Depositato il ricorso al Tar contro il piano regolatore di Ortona

Il coordinamento Tuviva e le associazioni ambientaliste chiedono lo stop a nuove colate di cemento: "Il Comune doveva puntare sulla riqualificazione del centro storico"

Depositato il ricorso al Tar contro il nuovo Piano regolatore di Ortona, le associazioni chiedono lo stop a nuove colate di cemento sulla Costa dei trabocchi. “Centinaia di migliaia di metri cubi al posto degli oliveti davanti alle riserve di Acquabella e Ripari di Giobbe. Un territorio sacrificato per nuovi edifici quando bisognerebbe puntare sulla riqualificazione del centro storico”, affermano il Coordinamento Tutela delle Vie Verdi d'Abruzzo e le associazioni Stazione Ornitologica Abruzzese, Lega Italiana Protezione Uccelli e Gruppo di Intervento Giuridico, che martedì, in una conferenza stama a Ortona, presenteranno i contenuti del ricorso al Tar depositato per chiedere l'annullamento del nuovo Piano regolatore generale di Ortona, pubblicato sul Bura il primo giugno scorso.

“Il nuovo strumento urbanistico consente oltre 50 ettari di nuova cementificazione, fondando le scelte su un'irrealistica previsione di aumento di 1/3 della popolazione (da 23.000 a 34.000 abitanti)”, affermano le associazioni, “invece di puntare sulla riqualificazione del centro storico sono state previste vaste aree destinate a nuovi edifici con centinaia di migliaia di metri cubi di cemento proprio tra gli oliveti davanti alle due riserve naturali dell'Acquabella e dei Ripari di Giobbe. Già oggi Ispra calcola che a Ortona il consumo di suolo, cioè la copertura con edifici, fabbriche, strade, è pari al 12,3% del territorio comunale, contro una media nazionale del 7% e una regionale del 5%”.

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