Chiusura dei tribunali minori, la Fp Cgil chiede un incontro per tutelare il personale
L'invito si rivolge a presidente della Corte d'appello, procuratori, presidenti dei tribunali, presidenza degli ordini degli avvocati
Una richiesta di incontro rivolta a tutti i soggetti che operano all'interno dei tribunali per individuare una soluzione che assicuri il personale ai tribunali non provinciali e per discutere delle possibili azioni da intraprendere per sollecitare la politica.
È l'invito rivolto dalla Fp Cgil a presidente della Corte d'appello, procuratori, presidenti dei tribunali, presidenza degli ordini degli avvocati sulla questione dei "tribunali minori" di Lanciano, Vasto, Avezzano e Sulmona, di cui è fissata la chiusura per il 1° gennaio 2025, "nonostante l’importanza che rivestono nel tessuto connettivo sociale dell’area territoriale di riferimento, per la quale costituiscono presidio di giustizia e di sicurezza", dicono in una nota il segretario regionale Fp Cgil Abruzzo e Molise Luca Fusari, il segretario generale dell'Aquila Anthony Pasqualone e quello dell'Aquila Giuseppe Rucci.
"Un ruolo fondamentale quello che rivestono i suddetti tribunali per tutta la regione - dicono - che vedrebbe non solo importanti territori privati del servizio giurisdizionale finora accordato e del presidio di sicurezza a esso connesso, ma un conseguente affollamento degli unici tribunali provinciali che rimarrebbero. Con la soppressione dei tribunali, si avrebbe una giustizia sempre più distante dal cittadino. A tutto ciò, purtroppo, si aggiunge una difficoltà a garantire il servizio fino al 2025".
"Nonostante la norma consenta di poter assegnare personale giudiziario nei tribunali in soppressione - spiegano gli esponenti della Fp Cgil - a causa di interpretazioni diverse sulla stessa, assistiamo ad autorizzazioni alla mobilità in alcuni tribunali, come quello di Avezzano, negati. Non è possibile continuare così, occorre garantire il funzionamento dei suddetti tribunali e, contestualmente rilanciare un’azione che impegni la politica la loro mantenimento sine die".