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“L’ozio coatto” vince il premio speciale 'miglior saggio' al 12° concorso letterario Città di Grottammare

Tra i libri premiati c’è anche il volume di Giuseppe Lorentini sulla storia sociale del campo di concentramento fascista di Casoli (1940-1944), edito da Ombre corte, che ha ricevuto il prestigioso premio per la qualità della ricerca storica affrontata

Il libro “L’ozio coatto. Storia sociale del campo di concentramento fascista di Casoli (1940-1944)” di Giuseppe Lorentini, ha vinto il premio speciale “miglior saggio” al 12° concorso letterario “Città di Grottamare”. La giuria, con il presidente onorario Franco Loi, ha pubblicato i risultati del concorso. Il libro di Lorentini, edito da Ombre corte, ha ricevuto il prestigioso premio speciale "per la qualità della ricerca storica affrontata nel libro".

L’autore, classe 1983 di Casoli, è l’ideatore e il responsabile curatore del Centro di documentazione on line sul campo di concentramento fascista di Casoli (1940-1944) www.campocasoli.org. Dal 2013 si occupa della ricostruzione storica intorno al campo di concentramento fascista sito in Abruzzo, a Casoli studiando la copiosa documentazione custodita nell’archivio storico del Comune di Casoli. Così ha proceduto in primis alla digitalizzazione di tutti i fascicoli personali degli internati passati per il campo e degli atti utili a comprendere il funzionamento della struttura. Da ciò ha creato il centro di documentazione on-line. I risultati di questo progetto di ricerca sono ora in larga parte visibili sul portale www.campocasoli.org, che rappresenta un esempio di eccellenza di archivio digitale sia come strumento di consultazione a fini della ricerca storica e sia come vettore della conservazione e della trasmissione della memoria. 

Proprio sull’onda del notevole interesse che l’iniziativa ha suscitato e con il sostegno dell’amministrazione comunale è stata allestita a Casoli la piazza della Memoria. Quest’ultima sarà inaugurata a settembre con un nuovo monumento dedicato alla memoria degli internati nell’ex campo fascista di Casoli e con le pietre di inciampo dell’artista tedesco Gunter Demnig, per coloro che furono deportati nei campi di sterminio nazisti. 
 

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