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Lunedì, 29 Aprile 2024
Attualità Bomba

I 16 comuni del Sangro Aventino in assemblea: "Nuova gestione e investimenti sulla centrale idroelettrica"

La concessione Sant'Angelo è scaduta da 10 anni, i sindaci chiedono di rivedere le modalità di gestione: "Il territorio soffre di carenza d'acqua per il consumo e l'irrigazione dei campi. Basta privilegiare le grandi aziende che gestiscono le concessioni"

L’Associazione comuni Sangro Aventino (Acsa) ha organizzato l’assemblea pubblica di ieri, a Bomba, per chiedere l’assegnazione della concessione della grande derivazione per uso idroelettrico Sant'Angelo. L'iniziativa ha visto la partecipazione di numerosissimi cittadini, di associazioni ambientaliste e di agricoltori, di tanti sindaci del territorio, dei senatori D'Alfonso (Pd), Di Girolamo (M5S) e Sigismondi (FdI), dell'assessore regionale all'ambiente Nicola Campitelli e di numerosi consiglieri regionali di maggioranza e opposizione.

I comuni del territorio contestano al gestore il mancato dragaggio dei laghi di Bomba e Casoli ed il rilascio del deflusso minimo vitale. L’associazione chiede l’avvio di un percorso di rinegoziazione delle modalità di gestione del bene pubblico acqua e di sviluppo dell’importante infrastruttura di produzione di energia da fonte rinnovabile in linea con i principi della transizione ecologica e degli impegni sottoscritti nel Pnrr.

“La concessione Sant’Angelo, che comprende i laghi di Bomba e Casoli e la centrale di Altino, è scaduta da più di 10 anni – ricorda l'Acsa – e la nuova legge regionale (9 giugno 2022, n. 9) ribadisce che la proprietà di tutta l’infrastruttura è della Regione e fornisce lo strumento per procedere al suo rinnovo, ridefinendo gli obblighi e le limitazioni delle gestioni, prevedendo l’uso plurimo delle acque e nuove ed importanti compensazioni ambientali, economiche ed energetiche per i comuni interni e montani che hanno pagato un prezzo pesantissimo con la realizzazione dell’opera”.

“In materia di concessioni di grande derivazione idroelettrica – continua l'associazione dei comuni - l’Italia, sottoscrivendo il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), si è impegnata a 'modificare la relativa disciplina al fine di favorire, secondo criteri omogenei, l’assegnazione trasparente e competitiva delle concessioni medesime, anche eliminando o riducendo le previsioni di proroga o di rinnovo automatico, soprattutto nella prospettiva di stimolare nuovi investimenti'. Il Pnrr è ispirato ai principi della transizione ecologica i cui 5 punti chiave sono: le fonti energetiche rinnovabili, l’agricoltura sostenibile e l’economia circolare, la mobilità green a zero emissioni, lo stop alle trivelle per l'esplorazione dei combustibili fossili e la tutela dell'ambiente e della biodiversità”.

Condividendo queste linee di sviluppo del Paese, i comuni del Sangro Aventino chiedono “una nuova gestione e investimenti sull’impianto idroelettrico con maggiori ritorni per il territorio” e ribadiscono la loro contrarietà all’ennesimo progetto di coltivazione del giacimento di gas naturale Colle Santo, istanza contro cui si sono battuti dal 2010.

“Il territorio soffre di carenza di acqua per il consumo umano e per l’irrigazione dei campi – ricordano i 16 comuni - e chiede una gestione più oculata del bene pubblico sempre più prezioso in futuro, al fine di subordinare l’impiego per la produzione di energia a quelli primari. Per le amministrazioni locali la salute dei cittadini, le attività agricole ed artigianali, le produzioni enogastronomiche ed il turismo sono più importanti degli interessi economici delle grandi multinazionali. C’è bisogno di una politica coraggiosa che privilegi gli interessi del territorio a quelli delle grandi aziende che gestiscono le concessioni dei grandi idroelettrici”.

L'assemblea pubblica a Bomba

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