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Riaprono le aree archeologiche in Abruzzo: “Nel post Covid una vera e propria rivoluzione degli itinerari turistici"

In provincia torna visitabile l’area archeologica del municipium di Iuvanum, resteranno chiuse invece le Terme romane

Tornano visitabili le aree archeologichein Abruzzo: un'occasione per rilanciare il turismo culturale dopo l’emergenza sanitaria e con le disposizioni che consentono gli spostamenti all’interno e tra le regioni.

In provincia di Chieti riapre al pubblico il sito di Iuvanum a Montenerodomo; nel resto d'Abruzzo la città romana di Alba Fucens ad Avezzano, il Santuario di Ercole Curino a Sulmona e quello di Ocriticum a Cansano, la necropoli di Campovalano a Campli con la ricostruzione del tumulo sepolcrale.

“Nel post-covid ci sarà una vera e propria rivoluzione degli itinerari turistici - afferma la soprintendente Rosaria Mencarelli - soprattutto per le aree interne, dove i beni culturali per lungo tempo sono stati ai margini di flussi di percorrenza e di visita. È l’occasione per i centri minori della regione di giocare un ruolo diverso, proponendosi ad un turismo di prossimità e rivolgendosi ad un'utenza locale e non colonialistica nei confronti dei territori aiutando allo stesso tempo il decongestionamento delle mete più frequentate".

L’area archeologica del municipium di Iuvanum, liberamente visitabile fino al tramonto, rappresenta una delle città romane più importanti d’Abruzzo, abitata tra II sec.a.C. e VI sec. d.C., con tracce di frequentazioni più antiche (dall’età del Bronzo) e più recenti (chiesa e convento cistercensi dal XII secolo).

Invece non riapriranno agli eventi al pubblico quest'estate le Terme romane a Chieti, dove a breve partiranno i lavori di riqualificazione.

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