"Passerelle e cotillons", riparte la processione del Venerdì Santo: summit in Comune per l'edizione 2022
Passerelle e cotillons. Non parliamo di sfilate di moda e di cadeau. Ma delle soluzioni tecniche, e delle ricadute in termini di benefici per la tutela della tradizione, che Comune e Curia stanno concertando al fine di consentire il ripristino della processione del Venerdì Santo nel suo format canonico dopo le restrizioni imposte dal Covid19 negli ultimi due anni. L’ipotesi della passerella in legno, che dovrebbe favorire l’attraversamento della piazza da parte del corteo sacro alla sua uscita dalla scalinata principale della Cattedrale, si rintraccia nei rumors favoriti dalla sinergica volontà di tutte le parti interessate di restituire un futuro al rito rievocativo della Passione più antico della Penisola. E verosimilmente sarà rivista. Pur non scendendo nelle specifiche tecniche del “transito”, anche la responsabile scientifica degli scavi di archeologia preventiva, Rosanna Tuteri, in un post FB assicura che “In Piazza San Giustino si lavora alacremente per permettere l’uscita della processione del Venerdì Santo dal portale principale della Cattedrale”. Dunque, questo il seguito della nota diffusa dalla dottoressa Tuteri, “nonostante le cisterne, i muri, i muretti, i crolli, i piani pavimentali, le fosse granarie, le tracce dei fuochi, le fondazioni delle scalinate e del porticato, i tagli, le colmature, le canalizzazioni antiche e moderne, le presenze e le assenze tutte da documentare, proprio in questa parte centrale della piazza, ultima rimasta all’indagine archeologica … ce la faremo”.
Domani mattina è in programma un incontro in municipio tra il sindaco Diego Ferrara, i progettisti e responsabili di cantiere, fra cui il responsabile della sicurezza, architetto Gianfranco Scatigna, ed il Governatore dell’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, il giornalista Giampiero Perrotti che è pure presidente del Comitato Cittadino per la Salvaguardia ed il Rilancio di Chieti. Al vaglio dell’amministrazione comunale, e del meritorio sodalizio di assistenza e carità che fin dal 1603, anno della sua costituzione, ha nelle cure la gestione del preesistente corteo sacro [per Girolamo Nicolino la processione risalirebbe all'anno 842 ma non è da escludere una datazione più remota], anche le possibili alternative all’uscita della processione dal portale principale. La soluzione della passerella solleva infatti diverse perplessità. Innanzitutto c’è da capire su quale fondo dovrebbe poggiare la struttura lignea. La Soprintendenza deve ultimare le verifiche in corso entro marzo. Anche a forzare i tempi, come si ripropone la direzione scientifica degli scavi, non è scontato che per il 15 aprile, data del Venerdì Santo, si possa stendere il massetto che dovrebbe garantire la posa in sicurezza della passerella.
Per non parlare di eventuali, altre scoperte importanti che nel frattempo dovessero suggerire di rimodulare i tempi della riqualificazione perlomeno in quella porzione di Colle Gallo. Se, invece, la passerella è prevista sul rinterro, e sempre che non escano altri reperti che l’Ente di tutela giudichi significativi, allora ci si domanda se possa sorgere un problema di sicurezza. Quantunque eseguita a regola d’arte, la passerella troverebbe infatti collocazione in un ambiente fresco di scavi, forse non proprio adatto al transito degli incappucciati e dei chierici del Capitolo metropolitano e, soprattutto, dei Simboli della Passione ideati ed introdotti dall’artista teatino Raffaele Del Ponte [1813-1872] del quale quest’anno ricorre il centocinquantesimo anniversario della morte. Ma sulla possibilità che il corteo esca dalla scalinata di accesso alla Cattedrale dovrà comunque pronunziarsi la direzione dei lavori di riqualificazione, che poi è l’organo competente a dare la parola definitiva visto che il tragitto del corteo intersecherebbe il cantiere ancora aperto. A questo punto è gioco forza che i progettisti possano elaborare e condividere con gli altri partner una soluzione in sicurezza diversa dalla passerella lignea. Quale, ad esempio, una differente modalità di uscita del corteo. Anzi, due: l’uscita dalla Cripta, in direzione Via Chiarini per poi il corteo ricollocarsi su Corso Marrucino; e l’uscita dalla porta secondaria della Cattedrale che affaccia su via Arniense. In entrambi i casi bisognerà studiare un aggiustamento di percorso, compatibile con il posizionamento del corteo. Ed anche verificare se sussistano problemi nell’attraversare, da parte dell’intera e complessa “macchina” della processione, accessi e situazioni logistiche diverse. Tutto ciò con l’assorbente punto interrogativo sub judice che è quello del trend della pandemia.