Piazza San Giustino, ripresi i lavori di riqualificazione: ecco i prossimi step
Mentre si anima in città e sui social il dibattito sulla prevista rimozione dei lampioni storici, dei quali si chiede in subordine il restauro e la ricollocazione in altro contesto urbano, in piazza San Giustino sono ripresi i lavori di riqualificazione, allo stato incentrati sulla predisposizione dei sottoservizi. A breve dovrebbero riprendere anche i saggi archeologici dopo le ultime novità relative all’ambiente ipogeo “domestico” rinvenuto lo scorso luglio davanti la sede municipale di palazzo Valignani per il quale continuerà lo studio stratigrafico e l’analisi dei contenuti. Si attendono gli esiti di una variante che dovrebbe consentire di affrontare sinergicamente diversi aspetti del futuro assetto del sito.
Sul taccuino dei progettisti da spuntare le voci di spesa, fra cui quelle, già coperte dai fondi del progetto, afferenti ai sistemi di illuminazione a raso della piazza e di irradiamento della facciata della cattedrale, quest’ultimo da posizionare sulle facciate di edifici privati che guardano il duomo previe intese da raggiungere con i proprietari. Saranno garantite invece dal tesoretto di 353.000 dei ribassi d’asta, restituito all’amministrazione comunale dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, le introspezioni da estendere alla fascia immediatamente a ridosso del marciapiede, ritenuta sensibile dal punto di vista di possibili, ulteriori rinvenimenti, ricompresa tra i palazzi Obletter e Sirolli; nonché lo svuotamento, con relativo studio, ripulitura e restauro dei reperti di riempimento, anche delle cisterne monumentali individuate nell’area antistante la scalinata della cattedrale. E proprio l’accurata verifica delle sedimentazioni delle poderose camere intercomunicanti, come testimoniato da una delle porte emerse nei pressi del basamento del campanile, potrà fornire importanti risposte su come dovevano presentarsi l’originario palcoscenico morfologico e gli assetti per così dire urbanistici, anche pubblici e segnatamente religiosi, del tratto di Colle Gallo che guarda verso palazzo Mezzanotte. A metà maggio, da queste colonne, si è per parlato di una suggestiva quanto dal punto di vista storico verosimile, ipotesi di individuazione dei resti di una basilica romana con probabile utilizzo anche nell’epoca “baciata” costantiniana. Ma per togliersi ogni dubbio sarebbe necessario un approfondimento di scavi su livelli inferiori [ad oltre 4 metri dal piano di calpestio] che intanto definisca in modo certo la natura di reperti già noti e poi riesca a chiarire i numerosi interrogativi generati da un composito scenario di quote e superfetazioni non sempre fra esse compatibili rispetto alle supposte datazioni rivenienti dall’applicazione di criteri cronologici. Insomma, come spesso precisato, un vero e proprio laboratorio a cielo aperto per le cui esigenze non sembrano però poter essere sufficienti i pur non trascurabili fondi di cui al richiamato tesoretto.
Che invece tornerà estremamente utile anche per finanziare il consolidamento ed il restauro dei mosaici studiati dallo storico ed archeologo Vincenzo Zecca, “cercati e ritrovati”, come da nota della Soprintendenza dello scorso aprile, a margine del cisternone ottocentesco attiguo la scala di accesso della cripta. Riguardo a detti mosaici si discute se essi possano essere tutelati in loco, con conseguente allestimento di una soluzione tecnica che ne consenta visibilità e quindi fruizione culturale dalla stessa piazza, oppure se debbano essere enucleati dal sito di origine e trasferiti presso il punto informativo della Soprintendenza, previsto in Via Chiarini. La piccola sezione museale, dei cui oneri si dovrebbe come promesso far carico il Comune, ospiterà anche la Venere Teatina ed altre testimonianze significative sempre provenienti dalla attuale campagna di archeologia preventiva. Restiamo in tema di tutela e valorizzazione dei reperti di piazza San Giustino per segnalare la situazione anomala determinatasi a seguito dello stazionamento, della poderosa porzione di colonna recuperata sempre ad aprile e di un segmento di colonna scanalata di pregevole fattura [quella scoperta ad inizio scavi nel lato ovest della piazza?], proprio sotto il muretto che delimita la scalinata della cripta. I reperti, tra i quali figura anche un pezzo di pavimento in opus spicatum, dovrebbero essere più appropriatamente ospitati nei magazzini della Soprintendenza [l’antiquarium della biblioteca De Meis] in attesa che possano essere un domani esposti nel punto informativo di via Chiarini. Bisogna far presto per evitare atti vandalici a seguito di intrusioni di quel “popolo della notte” che già si è distinto per violazioni e danneggiamenti del cantiere.
L’ultimo episodio si è registrato proprio pochi giorni fa con tanto di denunzia presentata alla polizia municipale dalla direzione dei lavori.