Restano chiusi i musei archeologici nazionali di Villa Frigerj e La Civitella: il ministero non sa la data di riapertura
I musei teatini di competenza gestionale del polo museale abruzzese restano chiusi. Dopo le precisazioni a livello locale, arriva ora una conferma da parte della segreteria particolare del ministro della Cultura, in risposta ad un interpello amministrativo formulato dall’avvocato teatino Stefano Marchionno.
Nella nota [riportata in foto per gentile concessione del destinatario] si sottolinea, ad ulteriore esplicazione delle giustificazioni già licenziate a livello periferico, come l’attuale non fruibilità dei musei archeologici di Villa Frigerj e de La Civitella derivi da lavori di risistemazione ed adeguamento alla normativa antincendio, che sarebbero stati già avviati “approfittando del periodo di chiusura” [causa Covid19], specificandosi, nel dettaglio che gli interventi “si sono rivelati più complessi del previsto in un caso per la storicità della sede e nell’altro per la vastità e la complessa articolazione dell’edificio”. Di qui la conclusione, andando a stringere, che allo stato “non si è ancora in grado di stabilire una data per la riapertura”.
Il che rappresenta un problema serio per la cultura, e se vogliamo per l’economia, abruzzese e cittadina, proprio alla vigilia della normalizzazione cui il sistema Paese si avvia dopo l’aggiornamento di ieri delle misure governative a contenimento della pandemia. Ma la missiva del MiC contiene un ulteriore elemento di valutazione che forse è la vera notizia della querelle sui musei teatini. Nel tentativo di rassicurare la cittadinanza circa l’impegno per “una rapida riapertura” che la direzione regionale dei musei d’Abruzzo, di concerto con le direzioni dei musei interessati, dovrebbe garantire si spera nel breve periodo, il MiC ammette “le difficoltà determinate dalla significativa carenza di personale”. Un dato preoccupante che, fino ad oggi, si era sempre fatto passare, in risposta a critiche e supposizioni della società civile, come un aspetto secondario della paralisi in cui versano i musei archeologici del capoluogo.
Se lo stesso ente che deve assicurare risposta alle problematiche poste da pensionamenti non adeguatamente rimpiazzati, cioè il MiC, ammette - con toni fatalisti - la “carenza di personale”, allora siamo nei guai. A questo punto il problema, dall’aspetto della gestione locale e quindi dai lavori programmati e seguiti a livello territoriale, si sposta sul fronte del ricambio generazionale, di competenza centrale, di un tessuto lavorativo fatto di competenze variegate e per le funzioni direttive di elevata competenza professionale, senza il quale i musei di Chieti sono destinati ad una chiusura di fatto. Annunziata e non evitata. Ed a nulla sembrano serviti neppure i tentativi dell’amministrazione comunale per trovare una soluzione condivisa.
Ricordiamo i contatti già avviati all’inizio di febbraio fra il vice sindaco ed assessore alla cultura Paolo De Cesare con la dirigente del Polo Museale abruzzese Mariastella Margozzi, a seguito del quale si era parlato di una “chiusura momentanea”, salvo poi intendersi sul concetto di temporaneità. E lo stesso Paolo De Cesare, forse fiutando l’aria dell’intoppo patologico, si era spinto, lo scorso 29 aprile, proprio su queste colonne, a garantire “la volontà dell’amministrazione comunale di mettere a disposizione del polo museale alcune attività lavorative [ricorrendo allo strumento della mobilità, nda] che consentano di accelerare soprattutto la riapertura del museo territoriale del La Civitella”. Ma per ora nessun passo avanti. E la città ne soffre.
Il periodo turistico è alle porte ed il danno della chiusura dei musei archeologici di Villa Frigerj e de La Civitella, inseriti in una rete di eccellenza che vede impegnati anche il Museo comunale Barbella, il museo di Scienze Biomediche dell’università d’Annunzio e l’esposizione a palazzo de' Majo della Fondazione Banco di Napoli, segnerebbe una nuova perdita di visibilità per Chieti. Già giorni addietro messa alla prova per la mancata citazione, in un comunicato del Segretariato Regionale del MiC, della provenienza da Villa Frigerj del bronzetto dell’Ercole Curino [da Sulmona] e del letto funerario d’osso [della tomba 520 della necropoli di Fossa] prestati, con la scultura in terracotta di figura femminile di Angizia proveniente dal museo di Celano, alla prestigiosa rassegna Touta Italia in corso a Roma nell’incantevole cornice delle Scuderie del Quirinale.
“Ho intenzione”, commenta proprio l’avvocato Marchionno, destinatario della risposta del MiC, “di approfondire la questione, non ritengo rassicuranti ed esaustive le precisazioni ministeriali, dunque mi riservo ogni ulteriore iniziativa capace di generare i dovuti chiarimenti e le opportune soluzioni per una problematica, quella della chiusura dei musei di Villa Frigerj e de La Civitella, che ha perso da tempo la caratteristica della momentaneità”.