Focus sulla viabilità alla biblioteca Bonincontro: sulla via del tramonto il progetto funicolare per collegare il colle e lo scalo
Se non è ancora formalmente una pietra tombale poco ci manca. Sussistono molte incognite sul futuro della “funicolare” che avrebbe dovuto collegare Chieti Scalo e Chieti, con capolinea a valle nella zona parcheggio dell’ospedale SS Annunziata, e capolinea a monte nel Terminal di Via Gran Sasso.
Lo ha ribadito l’assessore ai lavori pubblici Stefano Rispoli a margine del convegno “Chieti-Chieti Scalo e viceversa: storie e prospettive”, tenutosi ieri presso la sala “Miria Ciarma” della biblioteca “Bonicontro”, al Centro Multifunzionale di Piazza San Pio X. Ad organizzare la tavola rotonda, perché di questo in pratica si è trattato dati gli interventi anche critici di molti cittadini, la comunità “Chieti 1” del Masci [Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani]. Relatore Aurelio Bigi, storico e scrittore teatino, che ha mutuato l’incipit, della sua ampia disamina sul trasporto locale “fra le due anime di un’unica Città”, dai suoi numerosi lavori tra i quali il recente saggio “Chieti e l’Abruzzo Citeriore nel 700” [Verdone Editore, Castelli -TE- febbraio 2022] ed il documento statistico-storico-fotografico “Carrozze & Cavalli” [Mezzi di trasporto e vie di comunicazione a Chieti e dintorni dall’inizio dell’Ottocento, èDICOLA editrice, Chieti 2018]. In effetti il convegno “Chieti-Chieti Scalo e viceversa” ha realizzato la saldatura temporale fra le due eleganti pubblicazioni in un mixer di dati, notizie, curiosità dalle quali scaturisce un quadro di prospettive consegnato idealmente all’amministrazione comunale, presente anche il Sindaco Diego Ferrara, chiamata ora a cantierare proposte, suggerimenti, progetti già licenziati e progetti riveduti e corretti. Fra quest’ultimi il travagliato, predetto progetto della funicolare o funivia, presentato in termini operativi nel 2018 durante il mandato di Umberto Di Primio e finanziato con i fondi del Masterplan Abruzzo. Della Funicolare, sulla carta un progetto avveniristico ed ecosostenibile che nell’ultima versione avrebbe dovuto collegare la zona dell’ospedale clinicizzato ed il centro storico, si discute insomma da tempo grazie ad un ampio e variegato dibattito che di volta in volta ha riguardato il tragitto ed i capolinea, la tipologia dell’impianto, l’impatto ambientale e le soluzioni tecniche per evitare problemi geologici. Un primo progetto [ma l’idea embrionale della funicolare risale addirittura al 1929], con percorso diciamo ‘cittadino’, è della fine di giugno del 2009 [amministrazione Francesco Ricci] quando su iniziativa del salotto culturale Semprevivo presieduto dallo stesso Aurelio Bigi venne illustrato lo studio di fattibilità della “Funicolare dei Platani”, firmato dagli architetti Augusto Capone e Gianfranco Scatigna, di Studio Opera, su incarico dell’imprenditore edile Teresio Cocco interessato al relativo project-financing.
L’idea della funicolare che prendeva il nome da via dei Platani, il diverticolo di via Madonna degli Angeli sottostante piazza monsignor Venturi, racchiudeva una visione innovativa di trasporto compatibile: bassi costi di esercizio grazie al congegno meccanico a fune che sempre da progetto avrebbe sovrinteso alla ascesa ed alla discesa di due vagoni a senso alternato lungo i 540 metri di un percorso “verde” caratterizzato dalla pendenza media del 12%, con un picco massimo del 25%, che dopo aver costeggiato le pendici di colle San Gallo approdava dopo cinque minuti nel cuore del popoloso e popolare quartiere storico di Santa Maria. Successivamente, nel 2018, il citato e più complesso progetto di funicolare, nelle cure dell’amministrazione Di Primio, che oggi è messo seriamente in discussione. E su queste tematiche la Città si è divisa fino ad arrivare, è proprio il caso di dirlo, al “capolinea” che ha cassato, per ora, la fattibilità del progetto. “La Conferenza dei Servizi”, ha spiegato l’assessore Rispoli, “si è chiusa negativamente a causa di un problema urbanistico afferente al sorvolo della linea su zona rossa, in pratica non sussistono le garanzie di tenuta dei piloni di sostegno e, dunque, abbiamo ritenuto di rimodulare il progetto della funicolare per non perdere i relativi finanziamenti”. Nel dettaglio “la rimodulazione”, prosegue Stefano Rispoli, “consisterà in una riconversione articolata in due soluzioni, sempre legate ad una mobilità sostenibile, già presentate alla Regione dalla quale attendiamo il nulla osta per passare, entro il 31 dicembre, alla fase esecutiva”.
Dunque, la giunta Ferrara punta alla realizzazione, in luogo della funicolare, ed avvalendosi dello stesso impegno di spesa, ossia circa 13 milioni di euro, di due parcheggi interrati: il primo, di sei piani per 350 posti, in via Ciampoli, con uscita in via Gran Sasso; il secondo, di 200 posti, sotto piazza Carafa e contestuale riqualificazione del sovrastante spazio pubblico, ai margini del quale insistono la delegazione comunale scalina e due plessi scolastici, ad area verde attrezzata. Tecnicamente parlando il progetto della funicolare o funivia resta formalmente valido ma le obiettate criticità di ordine geologico lo hanno svuotato di risorse finanziarie. Girate, per l’appunto, sui due parcheggi di via Gran Sasso e piazza Carafa. Per rendere eventualmente di nuovo operativo il progetto funicolare servirebbe ora come ora in pratica avviare un futuro iter di individuazione degli idonei strumenti finanziari sulla base di un nuovo studio di fattibilità che sani le richiamate criticità. Definito inoltre il futuro della linea filoviaria per la quale è previsto il completamento, finanziato con 4 milioni di euro [delibera Cipe/2016], dell’anello che dall’ospedale civile consentirà ai filobus di raggiungere anche da quel lato la parte alta della città. In arrivo, sulla linea 1, due nuovi filobus ed altri sei autobus di nuova generazione in quanto ad emissioni. “Tengasi in ogni caso presente”, aggiunge l’assessore Rispoli, che a marzo 2023 scadrà l’affidamento in concessione come stabilito dal trasporto pubblico locale ragion per cui la Regione provvederà a licenziare i bandi di gara per la concessione del servizio, dipenderà poi anche dal nuovo concessionario investire nel parco mezzi per offrire alla cittadinanza un servizio sempre più adeguato ed efficiente”. E quando si parla di trasporto locale si parla inevitabilmente anche del rifacimento e della manutenzione della precaria rete stradale cittadina. Un primo impegno formale della Giunta Ferrara risale a novembre del 2021 per complessivi 356.000 euro. “Partiremo da Viale Unità d’Italia fino a San Martino e, nel centro, da Via Arniense verso Piazza Garibaldi”, assicura Rispoli, “poi sarà la volta di altre situazioni urgenti”. Nel frattempo, ci saranno da reperire ulteriori risorse, perché l’elenco è lungo, e da raccordarsi anche con l’Ente Provincia nelle cui competenze rientra la sistemazione, ad esempio, di Via Per Popoli nel tratto Strada Provinciale ex SS 5.
Al riguardo è francamente imbarazzante osservare che un capoluogo di provincia sia collegato alla Tiburtina Valeria da un’arteria tanto mal messa quanto importante per decongestionare i flussi di traffico che impattano sulla Colonnetta e su Strada San Martino.
“Chieti-Chieti Scalo e viceversa: storie e prospettive” si trasforma, dunque, da un qualificato convegno ad un ambizioso laboratorio progettuale. “E pensare”, dice Aurelio Bigi, “che i temi della viabilità fra Chieti e la vallata nascono in sordina, siamo nel 1732, la città contava scarsi 10.000 abitanti ed era divisa in quattro parrocchie, San Giustino, Sant’Agata, Sant’Antonio, Trinità che, a giudicare dal rapporto tra i fuochi [famiglie] dentro le mura e quelli esterni, non esprimevano particolari interessi di collegamento con quello che sarebbe diventato lo ‘Scalo’ “. “Infatti”, prosegue Bigi, “l’unica strada carrozzabile che giustificasse flussi relativamente alti per l’epoca era la via degli Abruzzi proveniente da Napoli-Roccaraso-Sulmona, nella città di Ovidio la biforcazione per l’Aquila e quella per Chieti-Pescara-Teramo”. Bigi snocciola una quantità industriale di dati, date e particolari: - la così detta viabilità minore era in pratica costituita da semplici sentieri percorribili a piedi o a dorso di mulo, ad esempio per arrivare a Chieti da Tornareccio occorrevano quattro giorni; - la prima strada degna di questo nome, la Colonnetta, venne iniziata nel 1816 e conclusa nel 1818 su progetto dell’architetto Eugenio Michitelli, lo stesso che progettò il Teatro Marrucino, con un costo di 18.000 ducati cui se ne aggiunsero presto altri 8.000 per sanare una grossa frana; - si dovette attendere la fine degli anni 30 perché la Colonnetta fosse percorribile da mezzi pubblici; - nel 1840 nasce la carrozzabile per Ripa Teatina; - il 26 luglio dello stesso anno l’arcivescovo di Chieti Giosuè Maria Saggese, dopo una visita pastorale a Furci, indirizzava al sovrano Ferdinando II una accorata lettera [letta da Diego Ciaschetti, della scuola di recitazione del Piccolo Teatro di Chieti Scalo], con la quale lamentava lo stato di isolamento della “archidiocesi” e di povertà, se non di estrema indigenza, in cui versava gran parte della popolazione, denunziando la precaria condizione delle donne “costrette a restare nei loro tuguri anche nei giorni di precetto” per non poter disporre di idoneo vestiario; - correva il 1845 quando furono inaugurati due importanti collegamenti, Pietragrossa-Madonna delle Piane e Trinità-Brecciarola; - il 1855 segna la volta della SS 81 Piceno-Aprutina ed in particolare del tratto, con capolinea Casoli, ricadente nella provincia teatina; - a cavallo dell’Unità d’Italia [1860-1861] Chieti e Francavilla sono collegate da un’arteria, oggi nota come “la strada vecchia per Francavilla”; - nel 1862 si inaugura la tratta ferroviaria Pescara-Sulmona, con quella di Chieti importante stazione intermedia; - nel 1905 esordisce la linea del romantico “trenino” che arrampicava dal costone del Tricalle verso Piazza Vittorio Emanuele, linea interrottasi nel 1943 a causa degli eventi bellici, poi definitivamente dismessa a causa di una lamentata improduttività del collegamento; - nel 1950 toccherà alla filovia assolvere alle funzioni di trasporto sostenibile tra lo Scalo ed il Colle.