Scavi in piazza San Giustino, sinergia Comune-Soprintendenza
Eppur si muove. Passi avanti nelle sinergie fra Comune e Soprintendenza dopo la commissione congiunta di ieri dei settori cultura e lavori pubblici, aperta ai vertici di via degli Agostiniani.
“Prima i due Enti si rincorrevano”, così si legge nel comunicato stampa di sintesi all’incontro diffuso sulla piattaforma FB, “ora, invece, andranno insieme e di pari passo”, al fine di “una progettualità condivisa”. Annunziate collaborazioni per iniziative a beneficio del patrimonio archeologico cittadino che, oltre a piazza San Giustino, riguarderanno altri siti monumentali quali le Terme romane ed il Tempietto di Santa Maria del Tricalle [già tempio pagano dedicato a Diana Trivia], per una intesa che i diretti interessati, gli assessori Paolo De Cesare, Cultura, e Stefano Rispoli, Lavori pubblici, definiscono di “portata storica”. Una dichiarazione impegnativa e speriamo beneagurante. Ma torniamo agli scavi di Colle Gallo.
Dopo le istanze pervenute dalla società civile al sindaco Diego Ferrara, il primo cittadino ha accelerato il dialogo con la soprintendente Rosaria Mencarelli per verificare la percorribilità del processo di integrazione fra le esigenze di tutela, dei manufatti archeologici rinvenuti e rinvenendi nell’area antistante la cattedrale, e quelle di fruizione della piazza secondo il progetto di riqualificazione che seguirà ai sondaggi in corso. Un primo traguardo lo ha confermato l’assessore ai lavori pubblici Stefano Rispoli che annunzia “una variante con l’intento di dare alla città una piazza vivibile e maggior tempo agli scavi in corso”. Le modifiche al progetto originario dovrebbero comportare alcune rinunzie per i necessari adeguamenti alle prescrizioni della Soprintendenza. Non saranno realizzati lo “smart tunnel” dei sottoservizi e l’area verde con annessi giochi d’acqua antistanti il Tribunale.
Un sacrificio che non priverà la piazza dell’asset di area pedonale per la quale era stata concepita ma che tutelerà l’integrità dei reperti venuti alla luce e ciò a prescindere dalla loro eventuale valorizzazione. “C’è l’intenzione”, dice Rosanna Tuteri, funzionario archeologo della Soprintendenza, “di procedere a tutti gli approfondimenti scientifici che si renderanno necessari per la miglior comprensione e lettura delle emergenze archeologiche dell’intero sito, mi riferisco alla parte già indagata ed a quella ancora da indagare, porzione quest’ultima dove tutti ci auguriamo di trovare il mosaico descritto da Vincenzo Zecca”. Bene. Da un lato non si pongono limiti temporali stringenti alla chiusura delle ricognizioni già effettuate, dall’altro c’è l’entusiasmo di aprirsi alle novità che la scienza archeologica continuerà ad offrirci sulla direttrice di Via Pollione. Il quadro complessivo dell’intero sito ne guadagna sensibilmente. Ad esempio, il Comune sostiene di non aver rinunziato ad esperire ogni utile verifica per consentire l’indagine del cunicolo scoperto a ridosso del basamento del campanile. La Soprintendenza, come si ricorderà, aveva già rilasciato il nulla osta, per quanto di propria competenza, alle introspezioni dello Speleo Club Chieti. Ma poi la cosa si era arenata per intervenuti problemi burocratici legati alle norme sulla sicurezza.
“Stiamo cercando di risolvere le problematiche sulla sicurezza nei cantieri pubblici per rendere operativa la apprezzata offerta di collaborazione degli speleologi teatini”, spiega l’assessore Rispoli, “pensiamo ad un protocollo che coinvolga anche la ditta esecutrice dei lavori, i nostri tecnici sono al lavoro per definire in un modo o nell’altro la questione”. Ed anche sul piano delle risorse da utilizzare per le occorrenze dell’archeologia preventiva c’è la novità derivante dall’individuazione di fondi ad hoc, per ora rivenienti dai risparmi che si otterranno grazie alle modifiche progettuali sopra illustrate. “Gli scavi”, rassicura Rosanna Tuteri, “dovrebbero riprendere a breve, condizioni climatiche permettendo, certo, non disporremo di grossissime cifre ma il Comune ha comunque assicurato il reperimento dei fondi necessari per portare a termine il monitoraggio sull’intera piazza”. Nessuna nuova, invece, sul fronte del famoso tesoretto giacente presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, di 353.000 euro, a suo tempo accantonato nella voce “ribassi d’asta”, ma ancora bloccato per via di una interpretazione sul di esso utilizzo che ne penalizza la fruizione per opere successive all’avvio dei lavori. Al riguardo, l’amministrazione comunale, dopo gli input di stampa e comitati cittadini, aveva mosso gli opportuni passi per l’auspicata “soluzione politica” della vicenda. Ed in tal senso da registrare l’invito che sarebbe stato fatto al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini per una visita a Chieti. “Abbiamo avviato gli opportuni contatti istituzionali”, conclude Stefano Rispoli, “ma la discussione in atto sulla crisi di governo ha fatto slittare l’argomento”.