Squilibrio tra i prezzi di vendita e i costi di produzione del grano duro: dall'Abruzzo l'interrogazione in Europa
Prime firmatarie le onorevoli De Blasis, D’Amato e Picierno: È fondamentale che la commissione europea si adoperi al più presto per evitare che gli agricoltori italiani siano annichiliti da una concorrenza sleale proveniente da Paesi extra-Ue"
Prende impulso dalle numerose proteste degli agricoltori italiani e anche della provincia di Chieti, che hanno promosso una raccolta firme per chiedere la verifica di dna, provenienza e salubrità dei grani che arrivano nei porti d’Italia l'interrogazione in Europa relativa allo squilibrio tra i prezzi di vendita e i costi di produzione del grano duro in Italia. "Il prezzo del grano duro nelle Borse italiane - dicono - sta subendo una drastica riduzione a causa della massiccia importazione, soprattutto dalla Turchia. È fondamentale che la commissione europea si adoperi al più presto per evitare che gli agricoltori italiani, già duramente provati dell’aumento dei costi di produzione e dalla siccità, siano annichiliti da una concorrenza sleale proveniente da Paesi extra-Ue".
“Quando il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, in visita al Parlamento Europeo, ci ha messo al corrente della petizione organizzata dagli agricoltori abbiamo ritenuto fondamentale adoperarci per mettere in risalto la questione con i vertici europei" riferiscono le onorevoli De Blasis, D’Amato e Picierno, prime firmatarie dell’interrogazione. "Proteggere la nostra agricoltura e la salubrità dei prodotti italiani è di primaria importanza. Per questo - concludono - abbiamo fatto il possibile per avere un sostegno bipartisan fra i nostri colleghi in modo da puntare l'attenzione sul tema e impedire che comportamenti scorretti finiscano per danneggiare il nostro tessuto produttivo agricolo".
