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Domenica, 28 Aprile 2024
Salute

Donne in Meta, per fare squadra contro il tumore al seno triplo negativo

Uno strumento di supporto

Gilead Sciences Italia, con il patrocinio di Donne in Meta, associazione di pazienti Europa donna Italia, promuove la campagna di sensibilizzazione di contro il tumore al seno triplo negativo (Tnbc), una forma aggressiva che rappresenta il 15/20% delle diagnosi.

La campagna ha l’obiettivo di invitare non solo le pazienti a non chiudersi in se stesse, ma di fare squadra per far fronte al carcinoma mammario. Attraverso il sito – www.donneinmeta.it – saranno fornite risposte chiare e informazioni corrette su questo tipo di tumore al seno e un reale supporto a pazienti ma anche caregiver.

In occasione sono stati presentati i dati di un’indagine svolta da Elma Research, che ha coinvolto 100 donne con carcinoma mammario metastatico triplo negativo. Conosciamo i risultati.

Farsi aiutare, fase 1

Paura, smarrimento e confusione sono i primi sentimenti che affiorano alla scoperta del tumore. Il primo obiettivo è dunque quello di farsi aiutare, trovare un valido sostegno per sostituire i sentimenti negativi con quelli positivi e trovare la forza dell’accettazione.

“Anche se la diagnosi di tumore al seno è un evento fortemente traumatico, è bene reagire e affrontare il percorso con coraggio. Non si tratta di una mossa semplice ma, lo dico per le tante storie raccolte in questi anni, è anche la prima da mettere in atto per favorire la guarigione. Per riuscirci - commenta Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia - l’aiuto di chi sta vicino è indispensabile, ma è anche fondamentale che la donna non abbia timore né imbarazzo a chiederlo, al partner come ai parenti, agli amici e anche a una delle tante associazioni che sono pronte a sostenerla. Inoltre, c’è un altro messaggio che vogliamo diffondere con questa iniziativa: essere informate sulla malattia è altrettanto importante e in questo senso i medici sono chiamati a loro volta a “fare squadra” favorendo un maggiore dialogo durante le visite”.

Concentrarsi sul qui e ora, fase 2

Il tempo è per le pazienti un fattore chiave. Il futuro rappresenta ansia e insicurezza per molte, nonché paura. Per altre il futuro non esiste affatto. Motivo per qui l’indicazione è quella di concentrarsi sul presente e viverlo al meglio.

“Il rugby fa sviluppare l’attitudine a pensare che c’è sempre un’opportunità di rialzarsi e di ottimizzare quello che abbiamo a disposizione per raggiungere l’obiettivo a dispetto delle difficoltà. Quando mi hanno parlato di Donne in Meta e del messaggio che si propone di promuovere - osserva Marco Bortolami, Ambassador di Donne in Meta e oggi capo allenatore del Benetton Rugby dopo aver collezionato 112 presenze in Nazionale da giocatore - ho subito pensato a questo aspetto, anche se la partita contro il tumore al seno è ovviamente più dura e complicata di qualsiasi altra. Ma proprio per questo diventa ancora più importante “non mollare mai!”, ovvero continuare a crederci, a vivere il presente azione dopo azione senza subire passivamente le avversità, ma invece facendo leva sulla forza del gruppo per superarle”.

Credere nella ricerca e nelle cure, fase 3

È importante, per riuscire a vivere bene e superare le paure, o almeno contrastarle, credere nella ricerca e nelle cure attuali.

“È caratterizzato dal fatto che le sue cellule non presentano le tre proteine bersaglio individuate dalla ricerca in altre forme di tumore al seno, ovvero il recettore dell’estrogeno (ER), il recettore del progesterone (PR) e il recettore 2 per il fattore di crescita epidermico umano (HER2). Non è quindi possibile impostare terapie mirate con farmaci a bersaglio molecolare e la chemioterapia rimane così la prima risorsa, combinata con l’immunoterapia in quel 40-50% di casi in cui è presente il bersaglio terapeutico PD-L1. Inoltre, può essere necessario il ricorso alla chirurgia e alla radioterapia.

La ricerca - spiega Alessandra Gennari, Professore Associato di Oncologia all’Università del Piemonte Orientale e Direttore della S.C.D.U. Oncologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Maggiore della Carità di Novara - ha di recente messo a disposizione i coniugati farmaco-anticorpo, costituiti appunto da un anticorpo che riconosce e attacca determinati recettori presenti nelle cellule tumorali e da un farmaco chemioterapico che viene così portato dove deve agire.

Sostenere senza giudicare, fase 4

Le pazienti che lavorano in squadra si sentono più sicure. Quindi sostenersi è una mossa vincente. Per tutti coloro che diventano caregiver è una sfida importante.

Soddisfare i bisogni, fase 5

Le donne con tumore al seno triplo negativo hanno dimostrato di voler essere più coscienti sulle fasi della malattia e le cure da parte del personale sanitario. Maggiori informazioni consentirebbe loro di confrontarsi meglio grazie anche al coinvolgimento in gruppi di aiuto-aiuto.

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