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Martedì, 30 Aprile 2024
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La città di Vasto conferisce la civica benemerenza ai magistrati Di Florio e Giangiacomo

Consiglio comunale straordinario per l'omaggio all'ex procuratore Giampiero Di Florio, oggi a Chieti, e all'ex presidente del tribunale Bruno Giangiacomo. Il sindaco Menna: "Fondamentali per la salvezza del nostro presidio di giustizia"

Il sindaco di Vasto, Francesco Menna, ha consegnato questa mattina, a nome dell’amministrazione comunale, un attestato di civica benemerenza ai magistrati Bruno Giangiacomo e Giampiero Di Florio, che hanno lasciato Vasto dopo 8 anni.

La seduta straordinaria del consiglio comunale è stata aperta dal presidente Marco Marchesani e, prima dell’intervento del sindaco Menna, i bambini della scuola dell’infanzia Santa Lucia hanno cantato l’inno nazionale.

“Oggi con il conferimento della civica benemerenza, onoriamo due magistrati che con il loro agire, la loro passione, la loro abnegazione, hanno illustrato la nostra collettività, significando in maniera coerente la missione di servitori dello Stato che la Costituzione affida a persone in grado di renderne efficace il messaggio di prossimità e giustizia”. È quanto ha detto il sindaco Menna a Bruno Giangiacomo, oggi in servizio presso la Procura generale della Corte d'appello di Roma, e Giampiero Di Florio, oggi a capo della procura di Chieti, i quali per otto anni hanno guidato con saggezza e grandi capacità direttive i presidi di giustizia del Tribunale e della Procura.

“L’inizio del vostro mandato, nel 2015, coincideva con il tanto dibattuto ridisegno della geografia giudiziaria che ha previsto - ha evidenziato il primo cittadino - la chiusura del nostro tribunale insieme ad altri tre abruzzesi considerati 'minori': una determinazione che, fin dall’inizio, ha visto unito un territorio, tanti sindaci, insieme alle realtà di riferimento, capaci di superare logiche di parte e di marciare uniti, con Provincia, Regione e parlamentari del territorio, verso l’unico obiettivo di impedire che la volontà normativa trovasse compimento. E perché dico che il vostro ruolo è stato fondamentale in questo percorso? Anzitutto perché, nonostante il progressivo dimensionamento di risorse umane e finanziarie pesasse fortemente sull’organizzazione delle strutture da voi dirette, è stato mantenuto un grado di efficienza, per numeri e tempi, superiore alla media nazionale. E in secondo luogo perché i processi celebrati presso il nostro tribunale grazie al vostro lavoro, hanno chiarito, semmai ce ne fosse stato bisogno, che la battaglia intrapresa non era pretestuosa ma era ragionata in relazione al salto di qualità che la stessa criminalità organizzata ha, nel frattempo, compiuto nel nostro territorio: emblematico, in tal senso, è il primo processo celebrato in Abruzzo per reato di associazione mafiosa ex 416 bis. E poi non mi stancherò mai di rivolgervi, a nome di tutti, un sincero grazie per aver affrontato con intelligenza e sapienza organizzativa l’enorme complessità della fase pandemica, quando ci siamo ritrovati a dover cambiare il nostro vivere di comunità e, quindi, a modificare le prassi della vita giudiziaria per come le avevamo conosciute e perseguite fino a quel momento. Il nostro Tribunale e la nostra Procura non hanno mai smesso di funzionare e di erogare servizi! Penso infine alla presenza costante dimostrata alle più disparate iniziative istituzionali, culturali, di promozione della cultura della legalità, condotte presso il palazzo di giustizia o aderendo alle attività dell’amministrazione. Una presenza mai di circostanza - ha concluso Menna - mai rituale o retorica, ma sempre di valore, improntata su una vocazione al servizio della Repubblica che è, davvero, il patrimonio valoriale che ci avete consegnato e che ci accompagnerà sempre”.

“La Costituzione deve essere praticata, non declamata, ogni giorno. Bisognerebbe affrontare qualcosa di più in termini di educazione civica, perché se iniziamo dalle scuole probabilmente - ha detto Giampiero Di Florio - il nostro torna ad essere un Paese migliore”. Il procuratore ha ricordato la grande collaborazione avuta con il presidente Giangiacomo: “Non so chi di noi due è stato spalla in questi otto anni. Quando siamo arrivati in un ufficio dove una scelta scellerata basata solo su ragioni economiche aveva ritenuto di poter sopprimere un ufficio giudiziario come quello di Vasto. Tutto questo siamo riusciti a farlo ma non per presunzione mia o del presidente ma con il nostro impegno, nonostante la grande carenza di risorse umane. Otto anni fa quando sono arrivato a Vasto non conoscevo questo territorio, questo è il territorio più bello d’Abruzzo, non ho nessuna difficoltà nel dirlo. Mi auguro che questa amministrazione e chi mi sostituirà abbia sempre a cuore il bene e l’interesse pubblico di questo territorio”. E infine ha voluto ricordare Luciano Lapenna: “ È stato il primo ad accogliermi, grande uomo delle istituzioni. Un tributo alla sua memoria”.

Il presidente Bruno Giangiacomo ha ripercorso la sua attività professionale dall’arrivo al Tribunale di Vasto nel gennaio 2015 quando iniziava il processo Adriatico con oltre 60 imputati. Ha evidenziato le difficoltà vissute durante la sua presidenza, con risorse umane sottodimensionate e l’importanza della capacità organizzativa per l’operatività del Tribunale vastese nel complesso periodo pandemico. “La mia attività presso il tribunale di Vasto – ha concluso Giangiacomo - non è ancora finita del tutto. Devo fare ancora due processi grossi che abbiamo iniziato nel 2020 e un altro nel 2021. Processi che cercherò di portare a conclusione in tempi ragionevoli”.

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