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Quattro condanne per la turista colpita da un masso nelle Gole di Fara San Martino, i sindaci: "Responsabilità penale eccessiva".

La comunità del Parco nazionale della Maiella ieri si è riunita a Sulmona per discutere della sentenza del tribunale di Chieti per l'incidente dell'estate 2019

"Sindaci e altri amministratori non si ritraggono dall'impegno per assicurare condizioni sempre migliori per una fruizione in sicurezza dell'ambiente montano, ma questo impegno non può comportare una responsabilità di carattere penale in caso di incidente".

Sono le parole della comunità del Parco nazionale della Maiella, che ieri si è riunita a Sulmona per discutere della sentenza del tribunale di Chieti che, pochi giorni fa, ha condannato quattro persone per la morte di Sandra Zanchini, turista di Ravenna colpita alla testa da un frammento di roccia lungo il sentiero per le Gole di Fara San Martino, il 22 giugno 2019.

La comunità del Parco, presieduta da Fabiana Donadei, è organo consultivo e propositivo costituito dai sindaci dei Comuni il cui territorio ricade, tutto o in parte, nel Parco, nonché dalla Regione Abruzzo, dalle Province dell'Aquila, Chieti e Pescara e dalle comunità montane. All'assemblea straordinaria, convocata con urgenz, hanno partecipato, accanto a molti sindaci, il presidente del Parco, Lucio Zazzara, Antonio Di Santo, presidente della comunità del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e coordinatore nazionale della consulta degli enti locali di Federparchi, il direttore regionale di Anci Abruzzo, Massimo Luciani, e il vicepresidente di Anci Abruzzo, Rocco Micucci.

La sentenza di primo grado, com'è noto, ha condannato a un anno e quattro mesi l'ex sindaco di Fara San Martino Carlo De Vitis, il responsabile dell'ufficio tecnico Enrico Del Pizzo, Claudio D'Emilio, all'epoca legale rappresentante del Parco della Maiella, e Luciano Di Martino, direttore facente funzione dell'ente Parco.

L'assemblea, dice una nota della comunità, "pur molto toccata dalla tragedia, ha espresso sconcerto e preoccupazione per il giudizio che, diversamente da precedenti sentenze, pone una questione di carattere generale evocando una responsabilità praticamente illimitata e generica delle figure responsabili delle varie amministrazioni. Ogni evento che causa danno a un qualsiasi soggetto rischia di far assumere in capo ad amministratori e uffici una responsabilità che diventa insostenibile per chi ricopre certi ruoli. Emerge che tutti, direttore e presidente del Parco, sindaci, dirigenti delle aree tecniche dei Comuni, sono considerati garanti dell'incolumità generale. Non si tiene conto che la montagna è un ambiente particolare in cui il rischio è connaturato alla sua frequentazione e quindi la possibilità che gli incidenti possano non verificarsi non è garantibile in assoluto".

Pertanto, "la Comunità del Parco, con Anci, Federparchi, le altre Comunità dei Parchi e tutti gli attori istituzionali coinvolti sta valutando le azioni per sensibilizzare gli organi istituzionali e legislativi per la tutela dei sindaci e degli amministratori che possono eventualmente ritrovarsi a fronteggiare casi simili".

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