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Martedì, 30 Aprile 2024
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Aggressioni a Vasto e San Salvo, per il comitato spontaneo allevatori ci sarebbero verità nascoste

Il portavoce del Cospa critica il ritardo nel prelievo di campioni di Dna dell'animale e l'assenza di segnalazioni sui tratti di spiaggia interessati dagli attacchi

«Siamo arrivati a 11 vittime e finalmente la Asl si è decisa a prelevare il Dna sull’ultima aggressione dell’animale misterioso, ma non si capisce perché non ci sono stati prelievi negli altri casi precedenti e nemmeno è stata predisposta dalla Asl una campagna informativa in caso di aggressione per un eventuale prelievo». 

A chiederselo è Dino Rossi, portavoce del Cospa (comitato spontaneo allevatori) Abruzzo, all'indomani della notizia che durante l'ultima aggressione sono stati repertati elementi biologici utili per l'individuazione genetica dell'animale che da maggio sta compiendo degli attacchi sul litorale di Vasto e San Salvo.

«Molte volte, istintivamente, le ferite vengono disinfettate distruggendo involontariamente le tracce del DNA dell’animale, ma spesso si trova anche sui vestiti della vittima e sembra che questo sia stato disatteso dalla Asl di competenza e non solo», continua Rossi.

«Tutti concentrati sulla cattura di un animale di cui non si conosce l’identità, ma come avrebbero individuato il soggetto mordace senza poi poter confrontare il Dna riscontrato sulle vittime con un eventuale animale catturato?» si chiede il portavoce di Cospa, secondo il quale «ci troviamo ancora all’inizio dell’indagine in quanto non si è sicuri se si tratti di un lupo, di un cane o di “un pescecane” visto che ci troviamo in spiaggia o se si tratti di uno o di più animali. Intanto sui luoghi dove sono avvenute le aggressioni non è stata delimitata o segnalata la zona interessata, si è seguitato a nascondere per non allarmare i turisti».

E il portavoce del Cospa continua: «Noi allevatori abruzzesi pensiamo che ci sia tutta l’intenzione di nascondere la verità, forse si teme che confrontando il Dna dei lupi in circolazione oggi con quello degli autoctoni di un tempo si scopra che tutti gli esemplari in giro sono frutto di una immissione sul territorio italiano di un’altra specie più aggressiva che oltre a sbranare cani, attaccare allevamenti e aggredire le persone, abbia compromesso la specie autoctona, resa protetta».

«Assolutamente il lupo non deve essere considerato più una specie in estinzione - conclude Rossi - e confidiamo in un impegno da parte dell'ufficio territoriale del governo presso le istituzioni nazionali al fine di rendere il lupo una specie cacciabile. Nel contempo si chiede di essere invitati al prossimo tavolo tecnico per apportare un supporto di fatti concreti che avvengono sul nostro amato Abruzzo, al fine di arrivare a provvedimenti utili per l’incolumità pubblica».

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