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Lunedì, 29 Aprile 2024

VIDEO | Da piazza Salotto il "ti amo" del presidente Marco Marsilio alla moglie e l'attacco a Luciano D'Alfonso

Il punto sui cinque anni di governo, ma anche il pensiero alla famiglia compresi i genitori e il monito: "Attenti a quale Luciano votate"

La dedica alla moglie e l'attacco più a Luciano D'Alfonso che a Luciano D'Amico. Il presidente della Regione uscente Marco Marsilio dal palco di piazza Salotto traccia un bilancio dei cinque anni di mandato con l'obiettivo di tagliare il secondo, che sarebbe storico. La sanità e le infrastrutture i temi che tocca di più, ma è dalle parole rivolte alla moglie che inizia mandando un messaggio chiaro anche al centrosinistra in vista dell'arrivo della neo presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde.

“La notte tra il 10 marzo solo una sarda festeggerà con me tutta la notte ed è mia moglie non la presidente della Sardegna. Le proverò a restituire un pezzetto dell'amore che mi dedica perché non riuscirò mai a pareggiarlo. Noi siamo gente fatta così, con pudore dei sentimenti e mi imbarazza pure parlarne e questo mi fa anche affaticare a dirle ti amo”.

Queste le parole con cui ha esordito nel suo intervento sul palco dove a sostenerlo sono arrivati tutti a cominciare dalla leader FdI e presidente del consiglio Giorgia Meloni con il centrodestra che si è detto certo della vittoria. Parole pronunciate anche dopo la denuncia su una notizia che ha detto essere falsa, fatta proprio oggi.

Poi quell'accusa rivoltagli da cinque anni di essere un “romano catapultato in Abruzzo”. “Sono orgoglioso. So che il mio avversario è giustamente orgoglioso delle origini contadine della sua famiglia e fa bene a onorare suo padre e sua madre ed essere orgoglioso delle opportunità che gli hanno dato. Ma mia madre e mio padre erano ancora più poveri. Quelle opportunità non le hanno potute coltivare in Abruzzo. Per crescere quattro figli e farli studiare, farli diventare dei figli di successo che hanno fatto palare le loro città, le loro regioni e che son arrivati ai vertici delle istituzioni nazionali ed europee, hanno sgobbato. Hanno sofferto la distanza e l'abbandono per 40 anni di vita vissuti lontani dala loro terra. Non può diventare un reato se il loro figlio vuole tornare nella terra delle sue origini. Sono abruzzese da sette generazioni. Quanti lo possono dire di quelli che mi insultano?”.

Nel suo intervento quindi anche l'attacco a Luciano D'Alfonso che sta facendo una campagna elettorale “sulla sanità come se ci avessero lasciato ospedali nuovi, niente liste d'attesa e medici tutti in servizio. Io ho trovato gli ospedali con cento primariati vacanti e progetti fantasiosi e pericolosi di edilizia sanitaria”. “Attenti al Luciano che votate che di Luciano ne abbiamo già conosciuto uno ed era troppo”, ha aggiunto chiosando così: “è scappato a Roma e si è nascosto in senato perché gli faceva comodo l'immunità parlamentare. Aveva troppe procure addosso”.

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