La riflessione: "L'inciviltà ha bisogno di un prezzo? Pare di sì"
Di questi tempi, fare un plauso (moto di entusiastica approvazione) alla politica rientra nella logica della notizia da prima pagina. Ovvero, se consideriamo la totale confusione che stanno generando coloro i quali si occupano di politica, non v'è dubbio che l'azione del sindaco di Chieti meriti un'attenzione di benevolenza nel momento in cui ha deciso di punire severamente ed economicamente coloro i quali dell'arroganza e del non rispetto hanno fatto una virtù. L'abbandono dei rifiuti è sinonimo di inciviltà, che dimostra la strafottenza e l'indifferenza di alcuni soggetti verso il rispetto delle norme che sono il pane quotidiano della democrazia. Se tutti ci comportassimo così, che tipo di insegnamento daremmo alle future generazioni? È mai possibile che per compiere un piccolo gesto educativo, che diventa parte integrante del concetto del vivere civile, si debba sempre ricorrere alla sanzione? Questi "pochi" maleducati, che del concetto del rispetto se ne fottono, dovrebbero (il condizionale è d'obbligo) essere messi in condizione di non ripetere gli stessi atti vergognosi, come quello di lasciare ovunque l'immondizia da loro creata, chiaramente dopo aver pagato una sanzione molto ma molto superiore a quello stabilito dall'amministrazione comunale. Quindi, bravo al sindaco e a tutti coloro i quali del bene comune fanno un faro sociale che serve per rimodellare questa società a corto di buon senso. Tuttavia, è anche bene considerare che, se i nostri spazi collettivi appartengono a tutti, sempre nel pieno rispetto delle norme, laddove non arriva il controllo della pubblica amministrazione, diventa nostro dovere segnalare e portare a conoscenza coloro i quali sono curatori del bene comune. Tullio Parlante