Al Piccolo teatro dello Scalo va in scena "Uomo e galantuomo" di Eduardo De Filippo
Venerdì 17 febbraio, alle ore 21, e domenica 19, alle 18.30, il laboratorio amatoriale Actor&Drama del Piccolo teatro dello Scalo porta in scena "Uomo e galantuomo", commedia in tre atti di Eduardo De Filippo, per la regia di Giancamillo Marrone.
La commedia fu scritta da Eduardo per il fratellastro Vincenzo Scarpetta e messa in scena nel 1924 con il titolo "Ho fatto il guaio? Riparerò!". Il 23 febbraio 1933 la farsa fu rappresentata dalla compagnia di Eduardo "Teatro Umoristico I De Filippo" con il titolo definitivo di "Uomo e galantuomo".
È la storia di una scalmanata compagnia teatrale denominata "L’eclettica". La commedia offre allo spettatore una serie di episodi irresistibilmente comici. Uno in particolare, quello della prova della compagnia, potrebbe di per sé costituire l'oggetto di una farsa. La prova si svolge nell'atrio dell'albergo e inizia con Gennaro che emette un lamentoso e terribile gnaulio, accompagnato da una smorfia che gli stravolge il viso e dal movimento di un braccio che si agita nell'aria. Gli attori si precipitano a soccorrerlo, convinti che sia stato colpito da un malore, ma scoprono che invece, da vero artista, Gennaro stava imitando l'apertura della porta cigolante del "basso" in cui si svolge il dramma.
Sempre durante la prova della scena madre del drammone, che Eduardo ha allungato nel corso degli anni, aggiungendovi numerosi nuovi spunti, scena provata in quasi mezz'ora reale per meno di cinque minuti di recita, ricorrono numerosi litigi tra capocomico e suggeritore, tra cui la ripetizione della battuta iniziale "Nzerra chella porta" ("chiudi quella porta").
Un'altra scena indimenticabile è quella dell'ustionato Gennaro in casa Tolentano che, assistito dai presenti, si accascia su una sedia da cui però dovrà alzarsi per andare nel laboratorio del dottore che lo medicherà. Il problema è che Gennaro ha salvato dall'acqua bollente solo la punta di un piede e il tallone dell'altro: quindi per alzarsi e camminare dovrà ben calcolare come muoversi: e così fa... ma non appena alzato emette un urlo di dolore sovrumano poiché ha sbagliato ad appoggiare in terra la punta e il tallone.
Ma sopra tutte, a testimoniare la loquacità spesso interessata di Gennaro, c'è il suo modo di raccontare le cose prendendole alla lunga e iniziando a raccontare del suo mestiere sempre dalla stessa frase iniziale "Io tengo 'na buatta" ("ho una scatola di latta").
I biglietti, al costo di 10 euro, sono in vendita su Ciaotickets.