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VIDEO | Giornata per l'eliminazione della violenza sulle donne, Di Loreto (Centro antiviolenza): "Per noi è emergenza tutto l'anno"

Nell'ultimo anno le richieste di aiuto e telefonate provenienti dal numero di emergenza 1522 sono in aumento del 30%

Nella giornata mondiale contro la violenza sulle done abbiamo fatto visita al centro antiviolenza di Chieti, gestito dalla cooperativa Alpha. “Dall’analisi dei dati comparati a quelli dell’annualità precedente, dal 2020 al 2021 il trend di aumento del 30 per cento delle richieste di aiuto e telefonate provenienti dal numero di emergenza 1522, si conferma. Questi numeri indicano una fiducia nei confronti dei nostri servizi, un po’ meno rispetto ai sistemi giudiziari e questo è un elemento messo evidenza dall’ultimo report della Commissione nazionale sul femminicidio in cui si evidenzia la difficoltà delle donne a denunciare – così la responsabile della cooperativa Alpha, Marialaura Di Loreto.

L’85 per cento delle donne a livello nazionale non denuncia la violenza subita e il 16 per cento di queste addirittura non ne parla con nessuno, nemmeno con i famigliari, quindi questi luoghi sono luoghi di accoglienza, di protezione e di informazioni, di rispetto della loro volontà: nessuno le costringe a denunciare, nessuno fa segnalazioni presso enti che possono minare l’autostima della donna e quindi l’appello è rivolgersi ai centri antiviolenza, dove c’è personale formato e preparato a rispondere a tutte le esigenze che si possono manifestare, compresa la violenza economica, che è un dato rilevate anche a livello nazionale. "Dal 5 di ottobre abbiamo iniziato una serie di percorsi di aggiornamento con i soggetti della rete, firmatari del protocollo del 2015 di cui anche il Comune è interprete. Un aggiornamento costante con professionisti che hanno esperienze a livello nazionale con tutte le tematiche inerenti la violenza, dall’aspetto sanitario, il pronto soccorso, alle tematiche giudiziarie penali e civili, l’assistenza per i minori e l’evoluzione legislativa, con la legge sul codice rosso che ha ridisegnato anche alcune procedure di intervento. L’inserimento lavorativo è l’altro punto cardine del nostro lavoro perché consente alle donne, attraverso l’attivazione di tirocini, di tornare in un mercato del lavoro da cui erano state escluse. Il lockdown ha aggiunto al quadro una crisi economica che ha tagliato fuori per prime le donne, noi le aiutiamo attraverso una rete di aziende che hanno sposato con noi questo pensiero del reinserimento lavorativo e il 25 per cento di quelle che hanno fatto tirocini sono state assunte a tempo indeterminato".

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