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VIDEO | Riapertura delle scuole, la Cgil lancia l'allarme:" Precariato in aumento e nessun intervento anti Covid"

Un incontro organizzato dal sindacato con l'obiettivo di ragionare su una scuola di qualità "nonostante i continui tagli di risorse"

"Il mondo della scuola è in difficoltà". L'allarme è stato lanciato dalla Cgil che oggi ha incontrato a Chieti le rappresentanze sindacali della scuola nella provincia teatina in vista dell'imminente avvio dell'anno scolastico.

Un incontro organizzato con l'obiettivo di ragionare su una scuola di qualità nonostante i continui tagli di risorse.

"Le scuole riapriranno grazie soprattutto al lavoro dei docenti, personale Ata, dirigenti scolastici e personale degli uffici - dice Giuseppe La Fratta, coordinatore Flc Cgil Abruzzo Molise - nonostante l'imminente avvio delle attività restano ancora molte le criticità nella nostra regionale e a livello nazionale". Secondo La Gatta non sono state affrontate diverse problematiche. "Innanzitutto - spiega il coordinatore Flc Cgil Abruzzo Molise - non è stata affrontata la questione sicurezza legata al Covid. Siamo fiduciosi rispetto alla pandemia ma ci aspettavamo degli interventi strutturali con dei sistemi di areazione".

L'altra grande questione riguarda la carenza degli organici. "L'aumento di 2mila unità per fronteggiare il Covid purtroppo non è stato confermato. Serviva in realtà per fronteggiare lo svolgimento delle attività ordinarie che oggi non viene garantita. Stesso discorso riguarda il personale Ata". Un altro grande tema è quello legato al precariato. "Sono 5mila i precari, 4mila docenti e mille nel personale Ata che nella nostra regione rappresentano il 20% dell'organico. Anche su questo la politica non è intervenuta nonostante le gravi problematiche".

La Cgil è critica rispetto alla campagna elettorale per le prossime elezioni politiche del 25 settembre. "La scuola come al solito è lasciata all'ultimo posto noi crediamo bisogna davvero intervenire. Basta con i proclami che poi vengono puntualmente disattesi. Tra gli stipendi più bassi d'Europa a scuole che camminano sulle spalle dei precari. Noi chiediamo di essere ascoltati dalle forze politiche: rafforzamento degli organici, parametri che tengano in considerazione le aree interne con territori difficilmente raggiungibili ma soprattutto serve un investimento forte su istruzione, scuola, università e ricerca che rappresentano il fulcro da cui far ripartire il nostro paese".

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