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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Stefano Mammarella si racconta: "La mia vita fuori dall'Abruzzo e lontano da casa"

Il più forte portiere italiano di tutti i tempi, icona del futsal mondiale, a 39 anni - per la prima volta - gioca in una squadra non abruzzese. Ed ha già lasciato il segno. Ovviamente in positivo....

A 39 anni, per la prima volta in carriera, ha deciso di mettersi in gioco lontano da casa. E non era semplice, dopo aver rifiutato negli anni offerte faraoniche anche dall'estero. E ora vuole un altro capolavoro sportivo per arricchire la sua carriera, già leggendaria di suo. Epica se vogliamo. Stefano Mammarella, è di lui che stiamo parlando, invece di appendere i guanti al chiodo continua a giocare. E ad incantare, come ha sempre fatto. D'altro canto da anni è il migliore estremo difensore del futsal al mondo, o comunque tra i migliori. Ed è la vera icona del calcio a 5 nazionale, il Buffon del futsal, il portiere italiano di gran lunga più forte di tutti i tempi. Ed ha già lasciato il segno anche in questa stagione: Mammarella, infatti, ha impiegato 49 minuti e 34 secondi effettivi per lasciare il suo primo segno tangibile nell’esperienza con l’Ecocity Genzano. Andando in gol, lui che è un portiere, a Cosenza.
“Un’azione preparata in allenamento. Sapevamo che il Pirossigeno sarebbe uscito spesso fuori con il portiere, quando ho visto Del Ferraro avanzare, ho pensato, se mi arriva la palla calcio, il resto è istinto”, ha raccontato al sito ufficiale della Divisione Calcio a 5. “Almeno un gol a stagione lo segno sempre - ride - ma non ricordo da quante stagioni gioco a calcio a 5”.

Un gol storico con la maglia dell’Ecocity Genzano, il suo primo con il club non abruzzese. Meno importante di un altro, quello in Azzurro ad Anversa 2014, ma comunque storico.  “Quello resta imparagonabile, ma per tanti motivi. Importante (e anche storico visto che segnò anche Michele Miarelli, l'altro portiere Azzurro ndr), dal peso maggiore perché in una partita decisiva da dentro o fuori, che ci spalancò le porte verso il successo all’Europeo. Inimitabile, perché nel giorno del mio compleanno davanti ai miei familiari venuti in Belgio a vedermi, Mattia era già nato…”, ha detto il campione nato a Chieti nel 1984. E' partito dalla sua città per salire sul tetto d'Europa, non solo con la Nazionale ma anche con il Montesilvano nel 2011: quella abruzzese è l'unica squadra italiana ad aver finora vinto la Coppa dei Campioni. 

La famiglia è stata uno dei motivi per i quali è rimasto sempre in Abruzzo a giocare, nonostante l’Asti è stato vicino dal prenderlo, come alcune munifiche squadre russe. Ma anche Portogallo e Spagna hanno provato a strapparlo dalla sua cara terra, invano
“Non pensavo mai di lasciare l’Abruzzo, mi ero detto che non sarebbe mai successo. Poi sono accadute un po’ di cose, l’Ecocity Genzano mi ha fatto sentire importante accogliendomi a braccia aperte. Così ho deciso di varcare il mio confine, per scrivere un’altra storia”, dice oggi lo Stefano Nazionale.  A quasi 40 anni si è rimesso in gioco. Com’è la vita lontano dall'Abruzzo, da Manuela, Mattia e Davide? “È un’altra vita, diversa: quando giocavo in Abruzzo tornavo a casa, nel tempo libero stavo con la mia famiglia e aiutavo i miei familiari, adesso vivo con Richard e Caruso. Genzano però una bellissima città, qui sto bene, sono felice e a disposizione di una squadra e di una società ambiziosa, per vivere tutti insieme un sogno. Manuela e i bambini? Il fine settimana e quando possiamo, ci vediamo sempre. Anche loro sono fortissimi, si vede che Mattia e Davide hanno ripreso dalla mamma…”.

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