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Cronaca

Teateservizi è fallita: il tribunale non concede l'omologa del piano di concordato

La società partecipata del Comune era stata creata nel 2007 per la riscossione dei tributi; ora il caso diventa anche politico, con le opposizioni che chiedono le dimissioni del sindaco Ferrara

È fallita Teateservizi. L'ottimismo del sindaco Diego Ferrara, che nell'ultima udienza in tribunale si era mostrato particolarmente fiducioso, non è bastato.

Teateservizi, la società partecipata del Comune di Chieti creata nel 2007 per la riscossione dei tributi è fallita. Stamani, infatti, è uscita la sentenza che non ha concesso l'omologa del piano di concordato.

Oltre alle nubi sul futuro dei lavoratori della società, il fallimento di Teateservizi apre anche una polemica politica, con le opposizioni che tornano a chiedere le dimissioni della giunta guidata dal sindaco Diego Ferrara. È il caso del gruppo consiliare di Azione Politica.

"A inizio mandato, immediatamente, come gruppo Azione Politica - commenta la consigliera Serena Pompilio - ci siamo mossi per salvare la Teateservizi in tempi in cui non c’erano i vincoli del piano di riequilibrio. Un elaborato complesso e tecnico fatto gratuitamente da professionisti che si sono messi a disposizione. Inutile dire che sarebbe stato un inizio dal quale partire e sul quale non c’è mai stato un contraddittorio utile perché non lo hanno voluto. Un sindaco sordo che si è completamente disinteressato della partecipata principale della città con ripercussioni chiare sul dissesto essendo la cassaforte del Comune. Un’amministrazione che si è attivata solo dopo la richiesta di fallimento attivata dalla procura, revocando l’incarico all’allora amministratore solo un mese prima della scadenza puntando il dito senza intervenire preventivamente, spendendo circa 600 mila euro per incarichi insensati e aggravando la situazione deficitaria del Comune. Un piano concordatario che non reggeva, che faceva acqua da tutte le parti, con spese insulse e provvedimenti contra legem. Un piano 'non fattibile' e poco credibile sia per l’aggio che per la ricapitalizzazione a mezzo di un immobile non nella disponibilità del Comune".

"Un piano concordatario bocciato - incalza - non solo perché non credibile, ma perché basato su presupposti completamente insulsi. Tutto non per salvare la società e garantire i lavoratori, bensì per un apparire agli occhi della città come salvatori senza comprendere la pericolosità del divenire. Interventi dell’Anac e della Corte dei Conti non sono bastati ed ecco la conclusione. Mi aspetto che qualcuno risponda per lo scempio degli incarichi insulsi, per le decisioni scellerate assunte, per le conseguenze per l’ente e attendo di conoscere il piano B sbandierato dal sindaco di cui nessuno ha contezza. Le dimissioni del sindaco mi sembrano doverose, perché le scuse pubbliche non bastano più. Un fallimento conclamato non solo della Teateservizi, ma di un’intera classe politica impreparata che deve andare a casa".

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